13.9 C
Roma
venerdì, 29 Marzo, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Centro Jobel: L’eterosessualità non è un dovere.

Corre l’anno 2021 e l’unica certezza che abbiamo è che l’essere umano stenta ad accettare qualsiasi cosa o persona lontana da un ideale comune di “normalità”. L’amore fede-comandato, la schematica sessualità secondo natura, i baci e le tenerezze pubbliche non aggredibili, solo se tra un uomo e una donna. Questi sono solo alcuni dei nuovi comandamenti vigenti in un paese libero dalle dittature, democratico e laico, italiano a volte.

Nel 1973 l’American Psychiatric Association (APA) rimosse l’omosessualità dall’elenco delle patologie mentali, incluse nel Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali (DSM), e nel 1993 anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’omosessualità come non patologica. Nel 2021, nonostante la comunità scientifica si sia pronunciata inconfutabilmente, l’eterosessualità resta un dovere morale. I gay sono quei maschi con il padre assente e violento e la madre iperprotettiva, le lesbiche, come patriarcato comanda, non posso essere neanche lesbiche ma appena maschiacce, confuse perché “gli uomini di una volta non esistono più”. Bisessuali, transessuali e intersessuati sono solo figure mitologiche, da collocare in un girone dell’inferno non altrimenti specificato.

La cronaca ci regala ancora forti emozioni, dagli atti di aggressione per omo-effusioni, al ripudio di figli e figlie, colpevoli di amare persone del loro stesso sesso. Ci raccontano di pseudo professionisti, convinti che l’omosessualità sia una malattia mentale da curare con terapie, dannose, che permetterebbero alle persone omosessuali di diventare eterosessuali.

Non basta più dire di avere tanti amici LGBT+, non è più accettabile il “si amino pure, ma non chiedano di sposarsi” o il bendare i propri figli quando due persone non eterosessuali si tengono per mano. È tempo di non aspettarsi che il proprio orientamento sessuale sia un qualcosa da aggiungere al documento di riconoscimento. In un momento storico in cui gli animali sono giustamente tutelati a trecentosessanta gradi, accorgersi che le leggi a tutela delle persone a rischio di discriminazioni riposano in Parlamento, è inaccettabile, se si è umani prima che esseri.

Ci si nutre di parole importanti e di nobili propositi, ci si esprime contro l’odio, la xenofobia, l’omotransfobia, ma non si comprende il significato della parola libertà. Libertà di poter essere ciò che si sente, di sentirsi per come si è, di essere a proprio agio nel corpo che si abita, di scegliere la propria persona del cuore senza doversi vergognare di sentimenti funzionali. Bisognerebbe assomigliare alle parole che si dicono e non avere paura di ciò che non si conosce. Non si tratta di compiere rivoluzioni o guerre puniche, è solo una questione di quotidianità, di civiltà, di libera normalità. L’eterosessualità non è un dovere, né una scelta. Semplicemente è la pelle che sceglie, così, naturalmente, come  tutte le declinazioni di amore possibili.

Dott.ssa Sotero Gaetana – Psicologa

Centro Antiviolenza “Save” – Centro Jobel

ARTICOLI CORRELATI

CATEGORIE

ULTIMI ARTICOLI