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mercoledì, 24 Aprile, 2024

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“Conto alla rovescia per l’avvio dei controlli sul green pass nei luoghi di lavoro”: dal 15 ottobre le nuove regole

Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021 (quando dovrebbe terminare lo stato di emergenza) circa 23 milioni di lavoratori italiani avranno l’obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde Covid 19 (c.d. “Green Pass”).

Se ne discuteva da settimane e così il 16 settembre 2021 il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto Legge – in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – che rende obbligatorio il Green Pass nel mondo del lavoro, pubblico e privato, dal 15 ottobre 2021 al 31 dicembre 2021.

L’Italia è il primo paese in Europa a prevedere la certificazione verde obbligatoria per tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati; faremo quindi da “apripista” per gli altri Paesi.

I nuovi soggetti coinvolti, quindi, dall’obbligo del Green Pass sono anche dipendenti della Pubblica Amministrazione, Aziende private, Autonomi, Professionisti e volontari.

Anche l’accesso ai concorsi pubblici (salvo che nel caso di prove concorsuali svolte a distanza) è consentito solamente a coloro che sono in possesso della certificazione verde Covid-19. Tale vincolo si applica sia ai candidati, sia ai componenti le commissioni esaminatrici, sia all’eventuale personale incaricato di svolgere compiti di sorveglianza e controllo.

La nuova normativa in esame già indica che i controlli debbano essere disposti dall’azienda che definirà «le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’ingresso».

E’ quindi già partito il conto alla rovescia per PA e aziende private per non trovarsi “impreparati” agli incombenti già previsti a far data dal prossimo 15 ottobre.

D’altro canto, l'obbligo del Green pass per tutti i lavoratori, pubblici e privati, pare destinato a dare una spinta decisiva anche agli ultimi "indecisi" che ancora (per paura o convinzioni no vax) non si sono vaccinati.

E se guardiamo ai dati di questi giorni già risulta che in diverse regioni si è registrato un brusco aumento di richieste di prima dose.

Ha fatto evidentemente leva sui lavoratori la prevista perdita del diritto alla retribuzione in ipotesi di mancata esibizione del Green Pass al datore di lavoro a partire dal prossimo 15 ottobre, come appunto previsto dal nuovo Decreto Legge in attesa di pubblicazione.

Ed infatti, tra le conseguenze per i dipendenti dei privati che risultino privi della certificazione verde al momento dell’ingresso nel luogo di lavoro è prevista la sospensione dal lavoro dal primo giorno con sospensione dalla retribuzione.

I dipendenti privati che comunicheranno di non avere il green pass o che non saranno in grado di esibirlo all’accesso nel luogo di lavoro saranno considerati assenti senza diritto alla retribuzione fino alla presentazione del certificato verde.

Per le imprese con meno di 15 dipendenti la sospensione dall’attività lavorativa scatta, invece, dal quinto giorno di mancata presentazione della certificazione verde.

Lo stop a ogni «retribuzione, compenso o emolumento» riguarderà tutti i lavoratori sprovvisti di certificato verde: sia i dipendenti della Pubblica amministrazioni che tutti i lavoratori del privato, non solo in uffici e fabbriche ma anche quelli che entrano nelle case (come colf e badanti), lavoratori autonomi compresi.

ll dipendente della Pubblica Amministrazione che risulta privo di Green pass è considerato assente ingiustificato e a decorrere dal quinto giorno di assenza è sospeso dal rapporto di lavoro e dalla retribuzione fino a quando non si mette in regola con la certificazione.

Se pur quindi il Decreto preveda il mantenimento del diritto alla conservazione del posto di lavoro, il timore di perdere la propria retribuzione è quindi senz’altro, come dimostrato in questi giorni, motivo determinante dell’aumento di richiesta di vaccinazione da parte dei lavoratori italiani.

I lavoratori sprovvisti di Green Pass sorpresi all’interno del luogo di lavoro rischino sanzioni tra i 600 e 1.500 €. Anche per il datore di lavoro e’ prevista una multa dai 400 ai 1.500 €.

Con il nuovo decreto che entrerà in vigore il 15 ottobre il Governo non esclude si possa arrivare a un'immunizzazione ben superiore all'obiettivo dell'80%.

Pur a fronte quindi senz’altro di un’accelerazione del processo di digitalizzazione nelle imprese e di introduzione del lavoro agile generata dalla diffusione dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, sembra che, comunque, la presenza fisica e l’interazione umana mantengano un ruolo centrale per lo svolgimento del lavoro. E il nuovo Decreto Legge sembra per l’appunto andare in tale direzione.

Del resto, la scelta del governo pare coerente con l’attuale situazione sanitaria: la crescita dei vaccini, la progressiva estensione del green pass e il funzionamento dei protocolli sanitari definiti dalle parti sociali stanno contribuendo a rendere più sicuri i luoghi di lavoro.

Né possono sottovalutarsi le problematiche generate, per alcuni, dal “forzato” smart working (tanto più se prolungato), per esigenze di tutela della salute dei lavoratori e dell’intera collettività, relative alle forme di isolamento e di stress tanto più se troppo prolungate nel tempo.

Il Covid-19 ha senz’altro dimostrato che, per talune attività compatibili, si può lavorare da remoto: modalità che non sarà di certo abbandonata, senza però dimenticarsi, soprattutto per diverse attività lavorative, del carattere fondamentale della presenza fisica e del valore dell’interazione umana nello svolgimento del lavoro.

Il Governo pare, quindi, aver effettuato una precisa scelta di campo deliberando l'introduzione dell'obbligo di green pass negli ambienti di lavoro sia pubblici, che privati, secondo un bilanciamento, da un lato, della tutela della salute previsto dall'art. 32 della Costituzione e dell’art. 4 della Costituzione che riconosce il diritto al lavoro di tutti i cittadini che deve avvenire, però, anzitutto, in sicurezza.

E’ evidente come, in ogni caso, tale nuova scelta normativa avrà non poche ripercussioni sull’organizzazione del mondo del lavoro, alimentando, già in attesa della pubblicazione del testo definitivo  sulla Gazzetta Ufficiale, polemiche e dibattiti da ogni parte

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