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venerdì, 26 Aprile, 2024

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La riflessione di Maria Rita Parsi

La riflessione di Maria Rita Parsi.

 

Mentre si avvicina il giorno di Natale e tra 12 giorni sarà Capodanno, ho pensato che vorrei celebrarli da sola, in silenzio, pregando Come è mio costume fare quando muore qualcuno a cui veramente tengo. Un anno, ancora, della mia vita. E della vita di ciascuno e di tutti. Un altro anno che se n’è andato per sempre e che non tornerà. Proprio come questo 2021, con la somma dei suoi numeri che è uguale a cinque, come le dita di una mano. E che è stato segnato da un’ inesorabile, a mala pena governabile, costantemente variabile, pandemia da Covid 19. E che, nella mente, nell’immaginario, nel cuore dei bambini, dei preadolescenti, degli adolescenti, degli adulti e degli anziani, resterà impresso, con il doppio contagio, virale ed emotivo ,che ha generato. E che- come ogni odierna, irrinunciabile guerra: nucleare nel 1945 e, oggi, territoriale, di confine ,virtuale e virale-ci ha insegnato a ridefinire contatti , contesti e abitudini . E ci ha spinto e/o costretto a rimanere, ancora oggi, chiusi in casa, preoccupati, in molti casi, spaventati dalla possibilità di aver perso il lavoro, i risparmi, le fatiche, le occasioni, gli amori. Soli come tanti anziani, alle prese con i bollettini di morte dei notiziari televisivi. O, più spesso, come in tante famiglie avviene, in compagnia di compagni, compagne, coniugi, parenti e figli con i quali certi contatti affettivi e certi contesti sono stati messi alla prova costringendoli a valutare , a riaprire, a chiudere e/o a saldare i conti con il passato di azioni e ricordi che soltanto un’individuale e collettiva paura di morire può, necessariamente, obbligarci a rivisitare.

E il fatto che, a pagarne il prezzo, siano stati, anzitutto e soprattutto, i minori , le donne e gli anziani, considerati, non a torto ma in ragione della perversione e della “banalità del male”, le componenti cosiddette “fragili” di ogni umana comunità, la dice lunga sulla vera pandemia spirituale, mentale, sociale che, da sempre, ammala il mondo. E per la quale, finora, non è stato trovato alcun definitivo vaccino! Poiché i minori e le donne sono le componenti della società umana più esposte, più sensibili, attente ai disagi, ai cambiamenti, all’instabilità e le più significative e preziose per la “sostenibilità” futura dell’esistenza umana sul nostro pianeta. E perché gli anziani sono i testimoni e i tutori di “quel colore del grano”, di quelle esperienze e di quei ricordi che dovrebbero costituire un solido bagaglio di lezioni utili ad evitare il ripetersi dei millenari errori da cui è stata ed è afflitta la Storia. Come dire: “ Ciò che molto vale, dovrebbe essere oggetto di maggiori cure, di più ascolto, di più difese, di più tutele, di più spazio di benessere fisico, mentale, creativo, economico, sociale, legale!”

Così, però, non è. E non soltanto oggi. Non soltanto in questo 2021 che ha visto un femminicidio ogni 72 ore e un’infinità di abusi, di maltrattamenti, di violenze assistite, di esposizioni all’uso pervasivo del virtuale e di tutte le altre droghe illegali in dotazione agli spacciatori di morte. E ,ancora, di abbandoni e di insensibilità criminali nei confronti dei minori, dei diversabili, degli anziani. Facendo emergere e slatentizzando non solo “l’eroismo prosociale” di tanti- donne, uomini, minori, adulti e anziani che siano!- ma, anche e soprattutto, la mancanza di strumenti, l’irresponsabilità, l’indifferenza, lo spionaggio indegno, l’ipocrisia, la perversione criminale di cui è preda, da sempre, l’Umanità . E contro le quali nessuna coraggiosa, sistematica, irrinunciabile prevenzione è stata messa costantemente in atto. Se non a tratti e soltanto dopo grandi tragedie. E, comunque, senza un organico,globale, strutturato piano di scientifica, responsabile, olistica costruzione e ricostruzione di ogni tessuto sociale: dal microcosmo familiare al macrocosmo di ogni collettività umana degna di chiamarsi e di considerarsi tale.

Per cedere, alla fine, alla vergognosa scusa di definire questa fondamentale e fondante impresa un’ “Utopia!”. Mentre, al contrario, ogni utopia è realizzabile o diventa tale se, tenendo conto delle tante lezioni accumulate in miliardi di anni dal laboratorio delle esperienze umane, si provvedesse a mettere in atto gli adeguati e, ormai conosciuti, provvedimenti scientifici ed umanistici per attuarla. Provvedimenti necessari a sconfiggere “il narcisismo maligno” che il potere, delegato dalle masse a tanti, troppi, autentici folli che governano i paesi e le economie del mondo, può adottare, anche grazie alla complicità di coloro la cui assurda, corrotta, millenaria illusione è sconfiggere la morte , quale inevitabile fine che, comunque, arriverà . Per il più misero come per il più potente e ricco essere umano della Terra. Per ciascuno e per tutti. E per la quale ,altro vaccino non c’è che la conoscenza, l’amore per se stessi e per gli altri, la consapevolezza dell’essere nati e, alla fine, del dover morire senza attribuirne la responsabilità soltanto alle donne. E, infine, il coraggio di non avere la paura di vivere prima ancora di quella di morire, la libertà, la creatività, la Fede. Buon 2022, allora! “Its time to change!”
 
Maria Rita Parsi 
Psicoterapeuta e Presidente Fondazione Movimento Bambino 

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