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venerdì, 19 Aprile, 2024

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SENZA VOCE, Quali diritti per donne e bambini? di Marzia Masiello

In Abruzzo nelle aree interne ai piedi del Gran Sasso sono i giorni della 727^ Perdonanza Celestiniana. 

È il 22 agosto ore 20.30 circa, la luna è rossa e a Onna, come da 42 anni a questa parte,  stiamo attendendo la fiaccola del Fuoco del Morrone, il cui passaggio rievoca il cammino di Pietro da Morrone per giungere a L’Aquila ed essere incoronato Papa il 29 agosto 1294, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, col nome di Celestino V.

Supero il sottopasso ferroviario e i campi del tratturo godendomi i colori del cielo, passando per Onna paese e per i cantieri in corso, vado verso il punto di ritrovo vicino al fiume.  Tra l’odore del fieno e al fianco della rimessa dei trattori e dei mezzi agricoli di Antonello e Toninuccio. Tanti bambini sono pronti per la staffetta con cui per loro mano condurranno il fuoco della pace fino in Chiesa.

Sono i giorni del Perdono.

E sono i giorni della devastazione umana da oriente a occidente.

E sono i giorni in cui mi viene da pensare che la tecnologia e il progresso saranno sempre un passo indietro rispetto alla forza delle relazioni, dei dialoghi, dei passi fatti con i sandali.

Meglio farne di buoni, di passi, sotto le tende, per legami di fraternità, rispetto, tutela e cura. 

Tra il silenzio sordo delle macerie di Haiti, dentro le commemorazioni per e vittime di Amatrice, sotto la vergogna dei potenti che cercano goffe scusanti, legittimazioni, soluzioni per Kabul.

In questo momento così terribile e tanto infame, dentro il caldo nervoso dove tutto viene sperimentato, accaparrato, rivendicato, eccetto un qualche farmaco contro l’egoismo reale, sarebbe troppo facile urlare per indignazione puntando il dito sul Gran Rifiuto.

Mi limito a segnalare qualche luce accesa nella mia stanza in questa notte buia.

La prima: la petizione insieme per l’Afghanistan promossa dalla società civile e da tante donne e uomini di buona, grande, ferma e chiara volontà.

Non si tratta di parole vuote. Abbi la pazienza di leggerla e pesarne ogni parola, dietro la quale c’è lavoro duro che in tanti, ora, stanno portando avanti, senza sosta, da giorni, da anni, da decenni, sul paese.

La seconda si chiama affido internazionale. Sul tema ho incontrato negli anni tante spallucce e ricevuto pacche sulle spalle per questo “idealismo”. Ora che per humana pietas la politica torna a guardare donne e i bambini… ora che con la pandemia citiamo da ogni parte lo spirito dello sviluppo umano integrale… forse … possiamo pensare davvero di essere Fratelli Tutti. Il che, per coerenza, comporterebbe un riconoscimento strutturato di questa forma di tutela  per minori, madri sole e famiglie in difficoltà, anche oltre l’apertura di canali umanitari necessari, oltre l’emergenza che ci fa di tanto in tanto ricordare il senso del volere, oltre il dovere.

Il tripode della pace è acceso in Piazza san Pietro Apostolo. Rincaso e ripercorro a ritroso la via. La luna si è alzata. Nel buio blu mi raggiunge la piega di un ricordo. Sulla bocca di una madre molto devota che perse il figlio, ho visto il suono pastoso e rotto delle bestemmie, delle imprecazioni, dei latrati.

Le luci.. dove sono le luci… 

La terza… è la mia tenda rifugio e  qui  ti invito a sedere e ad immaginare di ascoltare con me  la ballata del sentimento glocale. Chiesi di portarne alcune copie a Sarjevo e di lasciarle sparse, a caso, per locali o luoghi pubblici dove si trovasse passare,  a una famiglia speciale che sui Balcani ha rischiato, sperato, vissuto, lavorato…  

“La perdonanza tra gli uomini fallisce quando il potere li stupidisce, di falsa gloria e di fama arbitraria”.

 

 

Marzia Masiello

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