Corre l’anno 2021 e l’unica certezza che abbiamo è che l’essere umano stenta ad accettare qualsiasi cosa o persona lontana da un ideale comune di “normalità”. L’amore fede-comandato, la schematica sessualità secondo natura, i baci e le tenerezze pubbliche non aggredibili, solo se tra un uomo e una donna. Questi sono solo alcuni dei nuovi comandamenti vigenti in un paese libero dalle dittature, democratico e laico, italiano a volte.
Nel 1973 l’American Psychiatric Association (APA) rimosse l’omosessualità dall’elenco delle patologie mentali, incluse nel Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali (DSM), e nel 1993 anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’omosessualità come non patologica. Nel 2021, nonostante la comunità scientifica si sia pronunciata inconfutabilmente, l’eterosessualità resta un dovere morale. I gay sono quei maschi c...
E’ l’interrogativo che ci siamo posti quando Angelipress ha chiesto al Centro Jobel di Trani di provare a dare il suo piccolo contributo sulla “comunità” attraverso un blog.
E’ ormai abitudine consolidata perdere e dimenticare “il perché” attribuiamo delle parole a dei pensieri a delle azioni a delle cose, trasformando, interpretando e spesso tradendo il loro senso e significato.
Per questo per cominciare a parlare di “comunità” crediamo sia necessario ricordare a noi stessi perché utilizziamo questo termine: citando l’autorevolissima Treccani “l'espressione comunità può essere ricondotta a communitas e quindi a koinonia vale a dire UNIONE (koinè), ove il singolo non ha un'esistenza indipendente dal tutto che la comunità rappresenta, il suo destino è definito all'interno dello spazio di possibilità perimetrato dalla comunità di appartenenza.”
A questo aggiungiamo la descrizione mutuata dal Dizi...