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sabato, 28 Settembre, 2024

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Intervista: Simone Barlaam il Gigante del Nuoto Paralimpico

Simone Barlaam, 24 anni, nato a Milano, è uno dei migliori atleti paralimpici della
storia dello sport italiano. Grande Nuotatore Paralimpico Italiano, ha vinto ben
quattro medaglie d’oro (50 metri stile libero, 100 metri farfalla e staffetta 4×100
stile ) tra Tokyo 2020/2021 e Parigi 2024. È diciannove volte campione del mondo,
dodici volte campione europeo, primatista mondiale nei 50, 100 e 200 m stile libero,
nei 50 e 100 m dorso e nei 50 m farfalla categoria S9. Un vero Leader in piscina.

Quale di tutte queste medaglie, ricordi con più affetto e perché?
«Quella della Staffetta 4×100 stile dell’ultima Paralimpiade di Parigi, è stata molto
speciale, perché era l’ultima gara del Nuoto, l’ultima gara dell’Italia: vincere l’Oro,
stabilire il Record del Mondo con i compagni di squadra, è stato molto emozionante.
Come è stato speciale il primo Mondiale vinto in Messico nel 2017, dedicato al mio
nonno paterno che ci aveva appena lasciati. Sono stati tanti i momenti speciali».

Che significato hanno le medaglie vinte a Parigi?
«Ogni medaglia ha un significato diverso. A Parigi è stato molto bello, per me è stata
la prima volta che nuotavo in uno stadio con gli spalti sempre pieni di gente, sold out
da mattina a sera. C’era tutta la mia Famiglia, i miei affetti, è stata una cosa
meravigliosa».

Hai qualche rimpianto per questa Paralimpiade parigina?
«No, nessun rimpianto. È stata una grande settimana, di grandi performance sia
mie, sia dei miei compagni di squadra. I 100 Dorso mi hanno forse lasciato un po’
l’amaro in bocca, ma comunque è stata una settimana fantastica».

Che cos’è il Nuoto per Simone Barlaam?
«Il Nuoto è la mia Vita, mi ha aiutato ad essere quello che sono adesso, mi ha fatto
conoscere tante persone e non potrei farne a meno. Non sarà tutto, ma per me tanta
parte della mia vita».

Durante queste ultime Paralimpiadi, abbiano apprezzato il tuo bel sorriso e la
tua gioia. Che cosa si prova ad aver trasmesso quest’emozione a tante persone?
«Ti scalda il cuore, ti riempie d’orgoglio, condividere momenti speciali per te, anche
con altre persone, ti rende te stesso».

Perché sei un Atleta Paralimpico?
«Sono un’Atleta con Disabilità. L’ ipoplasia congenita del femore destro, mi ha reso
una gamba più corta dell’altra. Da piccolo ho subito molti interventi chirurgici ma la
gamba era molto debole e fragile. Il Nuoto e l’acqua sono stati fondamentali, mi
hanno evitato che il femore si fratturasse».

A chi soffre e vive situazioni come la tua, quale messaggio vorresti lanciare?
«Aprirsi con il prossimo, non nascondersi, e chiedere aiuto se si ha bisogno».

Vorresti dedicare le tue medaglie, a qualcuno?
«Le dedico a me stesso, e a tutte le persone che hanno lavorato per me: hanno
contribuito a far in modo che io le vincessi, anche se non sono mai entrati in vasca. A
tutti coloro che mi hanno dato la forza per arrivare dove sono arrivato, la mia
Famiglia, la mia squadra, a tutti quanti».

Daniele Cardia

(Foto CIP)

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