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domenica, 8 Settembre, 2024

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La storia delle Paralimpiadi, di Daniele Cardia

«Le mie caratteristiche mi piacciono, io così mi sento bene, mi sento forse meglio di come mi sentivo prima. In un certo senso io devo ringraziare la malattia perché mi ha fatto scoprire tutto un nuovo mondo che è quello paralimpico e mi piace un sacco, sto scoprendo lo sport paralimpico e per me è la cosa più bella di tutte». (Bebe Vio)

Anche io, oggi mi sento bene. Forse anche io, in un certo senso, devo ringraziare la mia malattia. Anzi, sono più felice. Nonostante tutto, oggi sono qui, sono diventato giornalista, il mio sogno nel cassetto e mi ha fatto scoprire un mondo, che prima non conoscevo bene. Racconto non solo tutto il mondo della Disabilità, mettendo in evidenza le storie di persone straordinarie, per le loro competenze e capacità, e non la loro malattia. Ma racconto anche lo Sport Paralimpico. Non sono come certi noti colleghi, che per l’audience preferiscono fare “la Tv del dolore”.

Tutta questa mia piccola promessa, per ricordarvi che, quest’anno, come sappiamo tutti, sarà l’anno delle Olimpiadi a Parigi, ma cosa più importante, vi ricordo che da mercoledì 28 agosto a domenica 8 settembre, si svolgeranno le Paralimpiadi di Parigi 2024, i giochi olimpici, riservati ad Atleti con Disabilità. Io sarei tanto voluto andare in Francia, ma per motivi non solo economici, ma anche logistici, non potrò farlo, mi voglio però, impegnare a raccontarli dalla mia città, con collegamenti in “video-call” (come si chiamano adesso), con Atleti, Giornalisti e Dirigenti Federali, siti sul posto.

Ma come sono nate le Paralimpiadi? Qual è la loro origine? Vi racconto la loro Storia.

«Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, un neurochirurgo ebreo di origine tedesca, Ludwig Guttmann, si rifugiò in Gran Bretagna, per scappare dalle persecuzioni naziste. I soldati tornati dalla guerra, che avevano subito lesioni spianali e/o amputazioni degli arti sia inferiori che superiori, erano tanti. Il medico tedesco, fu l’Ideatore e Percussore dei Giochi. Decise infatti, di utilizzare lo Sport nella loro riabilitazione. Diede vita così, ai primi giochi sportivi, per i reduci di guerra cha avevano subito, gravi menomazioni fisiche. Vennero organizzati a “Stoke Mandeville” in Inghilterra, nel 1948. Meglio conosciuti, come i “Giochi di Stoke Mandeville”. Anni dopo, nel 1958, un medico italiano, l’amico e collega il Dottor Antonio Maglio affascinato da questi giochi, decise di portarli in Italia, e di ampliarli anche ad altre disabilità e non solo ai soldati.

Nel 1960 a Roma, si sarebbero già, dovute svolgere le Olimpiadi, decise così di organizzare, alla fine del mese di agosto, ed inizio di Settembre, i “IX Giochi internazionali per paraplegici”, coinvolgendo 23 Paesi e circa 400 Atleti. Successivamente vennero riconosciuti, nel 1984 come “Giochi Paralimpici” e denominati oggi “Paralimpiadi”. I giochi vennero organizzati sempre, ogni quattro anni, e a parte la prima edizione di Roma vennero organizzati, sempre in Paesi differenti dalle Olimpiadi. Le Paralimpiadi, come le Olimpiadi, si differenziano in giochi invernali e giochi estivi. La prima edizione delle Paralimpiadi Invernali venne organizzata in Svezia, nel 1976. I prossimi Giochi paralimpici invernali si svolgeranno a Milano e Cortina d’Ampezzo, dal 6 al 15 marzo 2026.

Dal 1988, con i giochi olimpici di Seoul, le Paralimpiadi, vennero sempre organizzate, nella stessa città, dove si effettuano le Olimpiadi, ma in periodi differenti (quelle estive, solitamente sempre, tra fine agosto, ed inizio di settembre)».

Ricordiamoci tutti, che nel 2009, venne stipulata una Convenzione Onu, firmata da tutti i Paesi membri, che mette in chiaro l’utilizzo di una determinata terminologia. “Persone con Disabilità” e non disabile o portatore di handicap, etc. Prima la persona e le loro qualità.

Le Paralimpiadi sono, un simbolo di Inclusione, di Uguaglianza, di Forza e Coraggio, di tutti gli Atleti con Disabilità. “Lanciano” un messaggio importante” a tutte le persone con disabilità in tutto il Mondo, ispirando le persone che vivono una stessa condizione, a non mollare mai, e non arrendersi e a reagire alle difficoltà della Vita.

Daniele Cardia

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