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giovedì, 25 Aprile, 2024

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BAMBINO GESU’: L’ALGORITMO MUSICALE CHE RIDUCE LO STRESS

È una tecnica riabilitativa sviluppata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede per i bambini  disabili costretti a casa nei periodi di lockdown. I risultati della sperimentazione pubblicati sul Journal of  Telemedicine and Telecare.  

Un algoritmo musicale migliora il sonno dei bambini disabili, li rilassa e riduce lo stress dei genitori. Si tratta  di una precisa sequenza di suoni, voci, musiche e immagini sviluppata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico  Bambino Gesù e personalizzata in base alle necessità di ciascun paziente. La nuova tecnica riabilitativa è stata  sperimentata durante il primo il lockdown del 2020 come terapia sostitutiva delle sedute in Ospedale per  garantire la continuità delle cure anche a casa. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista  scientifica Journal of Telemedicine and Telecare.  

LA TELERIABILITAZIONE 

Il metodo riabilitativo sviluppato dai ricercatori del Bambino Gesù si chiama “Euterpe”, dal nome della  mitologica dea della Musica. Viene regolarmente utilizzato dai terapisti del Dipartimento di  Neuroriabilitazione del Bambino Gesù, diretto dal prof. Enrico Castelli, per la stimolazione multisensoriale dei bambini con disabilità motorie e neurologiche attraverso l’uso combinato – secondo le necessità del  paziente – di suoni, musiche, immagini, aromi, oggetti, strumenti e luci.  

Durante il primo lockdown del 2020 questa terapia è stata rielaborata per essere eseguita anche a domicilio  (teleriabilitazione): i ricercatori hanno sviluppato un algoritmo originale per ordinare – in una precisa  sequenza ritmica – molti degli strumenti utilizzati in Ospedale per stimolare i sensi del bambino e raggiungere  gli obiettivi terapeutici (rilassamento, sviluppo delle competenze comunicative, miglioramento  dell’interazione con i familiari). Sono stati così realizzati dei componimenti audio-video personalizzati che  contenevano suoni a particolari frequenze, musiche originali, la voce della mamma e del bambino stesso,  canzoni e ninne nanna familiari, immagini legate a momenti piacevoli registrate durante le sedute al Bambino  Gesù.  

«In questo studio, oltre agli aspetti scientifici, sono emerse nuove sfumature nella relazione familiare, ovvero,  l’orgoglio di vedere con occhi diversi le capacità e le qualità del bambino non come paziente ma come  protagonista» spiega Tommaso Liuzzi, musicoterapeuta del Bambino Gesù. «Quanto sperimentato potrà  avere un importante impatto terapeutico: dal legame affettivo madre-figlio ad un coinvolgimento familiare  con prospettive di nuovi apprendimenti. Ripetere attività in ambito familiare apprese durante il ricovero  costituisce un processo di continuità riabilitativa, ponendo al centro una nuova consapevolezza dei potenziali  umani inespressi».  

LO STUDIO 

Lo studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Neuroriabilitazione del Bambino Gesù ha coinvolto 14  pazienti affetti da diversi disturbi neurologici (paralisi cerebrale infantile, sindromi genetiche, malformazioni  cerebrali), tutti al di sotto dei 12 anni (età media 7 anni e 5 mesi). 

Nel periodo di sospensione delle visite non urgenti in Ospedale a causa della pandemia Covid-19 (marzo maggio 2020) le famiglie coinvolte nella ricerca hanno ricevuto la composizione audio-video personalizzata  da somministrare ai bambini 3 volte al giorno per 2 settimane consecutive.  

Al termine della sperimentazione, gli effetti della terapia a domicilio sono stati valutati con appositi  questionari scientificamente validati. Dall’analisi sono emersi dati statisticamente significativi, in particolare  la riduzione dei disturbi del sonno dei bambini, dei livelli di stress dei genitori e il miglioramento della  relazione bambino-genitore. 

«Oltre ai risultati raggiunti – aggiunge la neuropsichiatra infantile Sarah Bompard – è importante sottolineare  che, grazie a questo studio, i bambini hanno potuto proseguire, seppure in modi e tempi diversi, una terapia  riabilitativa. Siamo riusciti a dare un importante supporto anche ai genitori, preoccupati che la disabilità dei  figli potesse peggiorare con la sospensione delle terapie riabilitative in Ospedale. È importante inoltre  sottolineare che tutte le famiglie hanno proseguito la somministrazione dei componimenti audio-video  personalizzati anche dopo il termine dello studio, dati i numerosi benefici riscontrati. Tra i nostri obiettivi  futuri vi è sicuramente quello di condurre studi su un numero maggiore di pazienti e con patologie diverse».

 

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