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venerdì, 19 Aprile, 2024

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“Bimbi in movimento”: un pallone e tanti sorrisi. Un articolo di Gaia Simonetti

Il sorriso dei bambini che corrono. La spensieratezza che corre con loro dietro ad un pallone. 
 
Ha preso il nome dalla bellezza di queste immagini, il progetto a Firenze ” Bimbi in movimento”. Ne parla con occhi che brillano, Silvia Maci, che ha dato vita ad una società  che offre opportunità di crescita e divertimento ai bambini attraverso gli sport.”
 
In passato – come spiega – ho avuto da allenatrice, molte esperienze nel mondo del calcio dilettantistico e ho sempre incontrato un’enorme difficoltà nel coniugare l’educazione allo sport con i risultati sportivi. Perciò quando nel 2005 ho incontrato il mio socio, che aveva avuto analoghe esperienze, nacque l’idea di fondare una società che avesse come obiettivo principale quello di crescere i bambini attraverso lo sport senza pensare al risultato immediato.I principi di perseveranza, impegno, costanza e lealtà, che sono alla base dello sport, sono gli stessi che aiutano a crescere dei bambini sani da ogni punto di vista e come istruttrice di calcio potevo avere un’ottima influenza nella divulgazione di tali principi”.

“Sono convinta – continua Silvia Maci – che lo sport sia un veicolo di inclusione, aggregazione e partecipazione con un ruolo sociale fondamentale, che permette lo sviluppo di capacità e abilità essenziali per una crescita equilibrata. Da qui sono nati i nostri progetti estesi a tantissime discipline, svolti soprattutto all’interno delle scuole o dei centri estivi, dove l’attività sportiva viene proposta sia per lo sviluppo delle capacità motorie ma anche, soprattutto, di quelle cognitive, relazionali ed emotive.”
Il progetto diventa ancora di più un supporto fondamentale in questo particolare momento storico.
 
“Lo sport quando viene praticato nella maniera corretta – continua – aumenta l’autostima del bambino, la percezione del suo corpo e dello spazio che lo circonda, migliora le sue capacità di relazionarsi con gli altri e con il mondo esterno.In un periodo di estrema incertezza e solitudine come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, continuare a praticare sport, quando è stato possibile, ha consentito ai bambini di mantenere una certa socialità e questo è stato ovviamente molto importante, in tanti casi ha rappresentato l’unica occasione di interazione con i coetanei.Quando ciò non è accaduto si è notato la differenza: la scorsa estate, dopo tre mesi di lockdown, i bambini che frequentavano i nostri centri estivi sembravano aver perso coordinazione e destrezza, ad esempio, sono aumentati gli episodi di infortuni.
 
“Sentire sorridere i bambini. Lo sport riesce a farlo perché come spiega Silvia Maci” è gioia e deve rappresentare un momento di gioco e di divertimento per tutti senza costrizioni o aspettative esagerate. Bisogna cominciare a far capire ai bambini, ma forse ancor prima ai genitori, che le parole vittoria e sconfitta non sono concetti assoluti e, soprattutto, che vanno oltre il risultato.” La gioia dei bambini che corrono è la “partita” più bella.

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