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giovedì, 28 Marzo, 2024

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Botswana e Zimbabwe alle prese con la moria di elefanti

I due Paesi dell’Africa meridionale hanno complessivamente il 60% degli elefanti presenti nella savana africana, intorno ai 400mila esemplari, ma negli ultimi mesi molti di questi sono stati rinvenuti morti nelle vicinanze di pozze e la probabile causa dei decessi è stata ricondotta ad una tossina naturale presente nell’acqua.

“I nostri ultimi test hanno rilevato che le neurotossine di cianobatteri sono la causa della morte. Questi batteri sono presenti nell’acqua”, riferisce Mmadi Reuben, Ufficiale veterinario del Dipartimento per la fauna selvatica e i parchi nazionali. Così sembrano essere finalmente risolte le misteriose 350 morti avvenute da maggio a giugno nel delta dell’Okavango ma ci vorrà ancora del tempo per stabilire definitivamente le cause. Infatti, continua Reuben, “abbiamo ancora molte domande a cui rispondere, ad esempio perché sono stati colpiti solo gli elefanti e perché solo in quella zona. Abbiamo una serie di ipotesi su cui stiamo indagando”.

Le fonti locali hanno indicato che il 70% degli elefanti deceduti sono stati trovati vicino a delle pozze contenenti fioriture algali, quest’ultime possono produrre i cianobatteri. In un primo momento erano state escluse queste cause poiché nessun altro animale era morto, ad eccezione di un cavallo, ma successivamente gli scienziati hanno preso in seria considerazione l’ipotesi che gli elefanti possano essere più sensibili a questo batterio considerando anche il molto tempo che essi trascorrono nelle pozze e per l’elevata quantità d’acqua che bevono. Tuttavia, Reuben ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli sulle analisi effettuate nei laboratori in Botswana, Sud Africa e Stati Uniti. Il dottor Niall McCann, direttore per la salvaguardia del National Park Rescue, ha criticato il ritardo dei test svolti sulle carcasse degli animali; “solo perché i cianobatteri sono stati trovati nell’acqua ciò non dimostra che gli elefanti siano morti per l’esposizione a queste tossine. Senza dei buoni campioni di elefanti morti, tutte le ipotesi restano proprio questo: ipotesi”, afferma McCann. Anche nel caso di queste tossine è presente la mano dei cambiamenti climatici che hanno evidentemente rafforzato l’intensità delle alghe tossiche in tutto il pianeta.

Anche in Zimbabwe sono state rinvenute nel mese di agosto 20 carcasse di elefanti tra il Parco Nazionale Hwange e le Cascate Victoria, il che ha fatto pensare ad una connessione tra i due eventi. Al momento le autorità credono che sia stato un batterio a causare la morte, e nel frattempo alcuni scienziati inglesi, dell’Agenzia per le piante e la salute degli animali, stanno effettuando dei test su dei campioni spediti dal Paese africano e i risultati saranno presto condivisi con lo Zimbabwe Parks.

https://www.theguardian.com/environment/2020/sep/21/botswana-says-it-has-solved-mystery-of-mass-elephant-die-off-age-of-extinction-aoe

https://experiment.com/projects/what-kills-elephants-at-waterholes-in-zimbabwe

https://www.theguardian.com/environment/2020/jan/04/lethal-algae-blooms-an-ecosystem-out-of-
balance

A cura di Simone Riga

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