È passato un anno dal primo lockdown e dall’inizio della crisi sanitaria, che ha colpito la nostra salute, le nostre abitudini, il modo di stare con gli altri e di vivere insieme. Anche le celebrazioni, come quelle della Giornata dei Giusti dell’umanità, sono cambiate radicalmente. I Giardini non possono più ospitare studenti e cittadini come in passato, lo spazio reale si è trasferito nel virtuale, ma nonostante questo la Giornata continua ad essere una data importante per riflettere sui valori dei Giusti e sulle tematiche del tempo presente.
La crisi sanitaria ha posto ognuno di noi di fronte a scelte che possono cambiare le sorti dell’intero pianeta: il destino individuale è infatti legato, oggi più che mai, a quello dell’umanità. Possiamo essere artefici di un nuovo inizio che avrà ripercussioni nella vita di tutti. Il ruolo della responsabilità globale è sempre più centrale. Ne abbiamo parlato riguardo ai cambiamenti climatici e al ruolo degli scienziati, come l’americano Wallace Broecker, rimasti purtroppo inascoltati per decenni, e lo facciamo oggi con ancora più convinzione. Le sfide del presente, anche nell’emergenza sanitaria, ci dimostrano che siamo tutti parte di una sola umanità, e che solo insieme possiamo superare le crisi.
Fin dall’inizio della pandemia è risultato evidente come il virus abbia abbia anche esacerbato crisi e situazioni già drammatiche e delicate.
Lo abbiamo visto nei campi profughi, tra i dannati della Terra, nell’aumento delle diseguaglianze sociali anche fra i Paesi più sviluppati, nella ricaduta della crisi sulla questione di genere, nei nuovi autoritarismi e totalitarismi, nell'indebolimento delle democrazie, nella limitazione di diritti e libertà. Allo stesso tempo, il Coronavirus ci ha fatto riflettere sull’importanza della conoscenza e sul diritto alla stessa, in un legame imprescindibile tra democrazia e informazione.
Fin dall’inizio, ci siamo detti che il "mondo dopo il Coronavirus” non sarebbe stato lo stesso. Lo status quo precedente non è più sostenibile: non lo sono i modelli economici, che hanno causato gran parte del danno ambientale e delle diseguaglianze sociali che oggi mettono a rischio il pianeta, né le politiche nazionalistiche, che in molti Paesi hanno dimostrato di essere totalmente inadatte ad affrontare sfide universali.
La democrazia che le generazioni precedenti ci hanno "regalato", non possiamo darla per scontata, dobbiamo invece essere coscienti che diritti e libertà sono in pericolo e sta ad ognuno di noi il compito di proteggerli. Questo è ancor più necessario in una situazione di pandemia mondiale che rischia di indebolire le istituzioni sociali e favorire comportamenti autoritari e conflitti tra gli Stati. I Giusti, in questo senso, insegnano che nulla è predestinato, ma che le scelte individuali possono cambiare la direzione della Storia. Perché l’umanità possa scegliere nel modo migliore, ci vogliono dei grandi esempi che ci indichino la strada da percorrere.
Ci sono storie che, seppure del passato, sono emblematiche delle ferite già aperte e delle contraddizioni che l’arrivo del Covid ha aggravato e portato all’attenzione globale. Sono storie di difensori della vita, dei diritti e delle libertà, sanciti anche grazie alla democrazia, che da questo momento storico potrà uscire rafforzata o irrimediabilmente danneggiata. Ecco perché, in linea con queste considerazioni, il tema di questa Giornata dei Giusti 2021 scelto dall'Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano sarà “Per una nuova Umanità. L’esempio dei Giusti nel mondo segnato dal Covid”.
"Forse mai come in questi tempi i temi della difesa della democrazia e della prevenzione dei genocidi e di nuove atrocità di massa sono intrecciati tra di loro. Per questo, dopo aver formulato tre proposte concrete alla Commissione Esteri della Camera dei deputati, vogliamo fare di questa Giornata dei Giusti un momento di educazione alla responsabilità democratica del cittadino, valorizzando gli esempi migliori del nostro tempo che possiamo prendere come riferimento da diverse parti del mondo", ha dichiarato Gabriele Nissim, presidente di Gariwo.
Al Giardino di Milano poseremo quindi nuove targhe per Dag Hammarskjöld, il Segretario generale delle Nazioni Unite Premio Nobel per la pace che perse la vita nel corso di una missione per risolvere la crisi congolese e che fece della difesa di democrazia e pace il suo scopo come uomo e come politico; Carlo Urbani, il medico italiano, da tempo impegnato in una battaglia per la diffusione dei medicinali essenziali, che per primo identificò e classificò la SARS, comunicò al governo e all’OMS la gravità della situazione riuscendo a convincerli ad adottare misure di quarantena e salvando migliaia di vite a costo della propria; Liu Xiaobo e Liu Xia, il Premio nobel per la pace cinese e la sua compagna che si sono spesi per l'instaurazione di un'autentica democrazia in Cina e in favore del diritto ad esprimere il proprio pensiero, rinunciando per questo alla libertà; Ruth Bader Ginsburg, la giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, seconda donna nella storia americana a ricoprire quella carica e la prima esponente femminile della comunità ebraica a far parte della Corte, che è stata una tenace sostenitrice della parità uomo-donna e ha dato un grande contributo all'affermazione dei diritti delle donne negli USA.
In ottemperanza alle norme anti-Covid, la cerimonia sarà esclusivamente in diretta streaming su YouTube e vedrà la partecipazione dei rappresentanti dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano e dei nuovi Giusti onorati
Il 5 marzo si terrà a Roma il convegno “INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROBOTICA E MACCHINE INTELLIGENTI: RICADUTE ETICHE E SOCIALI” L’Intelligenza Artificiale è una delle tecnologie che sta trasformando la nostra società e molti aspetti della nostra vita quotidiana. Ha già prodotto molti effetti benefici e può essere sorgente di considerevole prosperità economica. Tuttavia, pone problemi riguardanti, in varia misura, l’occupazione, la riservatezza dei dati, la “privacy”, la violazione di valori etici e la fiducia nei risultati. Problematiche simili, con riferimento a problemi occupazionali, di sicurezza e di possibile violazione di valori etici, si pongono anche per quanto riguarda le trasformazioni che avvengono nella società a seguito dello sviluppo, intimamente connesso a quello dell’AI, dei metodi della robotica e dell’automazione della produzione industriale.
Di seguito il programma dell’evento:
9.00 Saluto della Presidenza dell’Accademia dei Lincei
9.15 Sergio CARRÀ (Linceo, Politecnico di Milano): Apertura dei lavori - Chi ha paura di Ada Lovelace Byron
9.45 Antonio BICCHI (Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Pisa): Verso la persona aumentata: tecnologia ed etica delle sinergie bioniche
10.25 Luigia CARLUCCI (Sapienza Università di Roma): Verso un’intelligenza artificiale affidabile e utile 11.05 Maurizio CORBETTA (Università di Padova): Il ruolo dell’attività spontanea nell’architettura funzionale del cervello e nella cognizione
11.45 Riccardo ZECCHINA (Università Bocconi, Milano): I problemi aperti e le potenzialità dell'apprendimento automatico
12.25 Tommaso DORIGO (INFN, Padova): L'intelligenza artificiale per la ricerca in fisica fondamentale: presente e futuro 13.05 Discussione
14.30 Paolo ROCCO (Politecnico di Milano): Collaborazione intelligente tra uomo e robot nella fabbrica del futuro
15.10 Francesca ROSSI (IBM, Usa): Pensiero lento, veloce, ed etico in intelligenza artificiale
15.50 Massimo MORBIDELLI (Linceo, ETH - Politecnico di Milano): Machine learning nelle biotecnologie: produzione di proteine terapeutiche
16.30 Rita CUCCHIARA (Università di Modena e Reggio Emilia): Deep learning nella visione e nel linguaggio 17.10 Giuseppe MASCHIO (Università di Padova): “Early warning detection systems” per l’analisi della diffusione virale
17.50 Discussione e conclusione dei lavori
I lavori si svolgeranno in videoconferenza ZOOM e potranno essere seguiti dal pubblico in streaming. Il link sarà disponibile sul sito dei Lincei la mattina del convegno. Quanti, durante i lavori, intendano intervenire alla discussione potranno inviare le domande con una email alla Segreteria del convegno, che le trasmetterà ai relatori.
Nelle 5 fasce delle linee guida del Piano Recovery è necessario lavorare trasversalmente per impostare politiche attive di gender mainstreaming per gestire la fase della ripresa non solo attraverso il piano straordinario di investimenti ma anche mediante opportune scelte di regolazione del lavoro e dell’impresa. La necessità di transitare da forme indifferenziate di protezione delle produzioni a meccanismi selettivi in favore di quelle che hanno i fondamentali idonei a consentirne la sopravvivenza e la crescita è indispensabile per l’occupazione femminile contrastando le sirene dei sostenitori dell’assistenzialismo senza limiti. Sviluppando anche progetti di economia circolare e sussidiaria in un sistema integrativo dei servizi.
L’obiettivo anche se in un secondo tempo è la riforma degli ammortizzatori sociali, che la complessità della realtà si è sempre incaricata di mettere in discussione, ma subito bisogna far funzionare l’accompagnamento al lavoro di disoccupati/e e inoccupati/e attraverso i servizi di riqualificazione professionale liberamente scelti dal beneficiario/a e remunerati a risultato. Così come la auspicabile volontà di rinnovamento dei metodi e contenuti pedagogici dell’istruzione pubblica necessaria per superare ogni valutazione da parte di molti docenti che usano il principio della libertà educativa per coprire l’autoreferenzialità corporativa.E soprattutto per riordinare gli orientamenti degli studi STEM sia per i giovani e per le giovani donne che comportano anche un aggiornamento degli stessi docenti.
Il nodo della produttività è indispensabile per sbloccare un vecchio modello contrattuale che si esaurisce nella dimensione nazionale per definizione egualitaria e indipendente dai parametri misurabili solo in azienda e, al più, nei diversi territori. La visione coraggiosamente sussidiaria del vecchio contratto dei metalmeccanici, in sede di rinnovo, si è dovuta arrendere al ritorno dell’aumento centralizzato per assenza di un contesto ad essa favorevole là dove la riproposizione di una incentivazione fiscale semplice e automatica per tutti gli incrementi salariali decisi dagli accordi di prossimità può sostenere il lavoro femminile. Così come l’estensione dei fondi bilaterali per colmare il deficit di congedi parentali usando la bilateralità come sussidiarietà tra lavoratrici e lavoratori posto che la questione congedi non è solo di genere femminile ma anche maschile.
Necessario intervenire con politiche di sostegno alla disabilità sia nel lavoro che nella vita consapevoli che le donne con disabilità sono invisibili perché le rare politiche di genere non influenzano la loro condizione e le politiche sulla disabilità non tengono conto del genere; non sono mai considerate in relazione alla femminilità , alla maternità , alla genitorialità , detengono il più alto tasso di non impiego e sono più spesso escluse dai sistemi educativi; sono normalmente dissuase dall’avere figli; a loro il più alto tasso di violenze ed abusi subiti.
Sul versante previdenziale esaurita “quota 100”, si deve introdurre una flessibilità strutturale del sistema previdenziale per evitare lo “scalone” e corrispondere al ricambio generazionale che la crisi pandemica e la digitalizzazione hanno evidenziato. Servono norme semplici e generalizzate come accade in Europa soprattutto per le lavoratrici per recuperare il deficit contributivo mancato dalle pause del lavoro dovute alle pause per la cura dei figli e degli anziani.
Alessandra Servidori
Auguri di buon compleanno al poeta e scrittore Umberto Piersanti, per i suoi 80 anni. Piersanti debutta con La breve stagione nel 1967 a 26 anni, nel 94 vince il Premio Nazionale Letterario Pisa e - dopo una serie di altri premi per la poesia - nel 2016 vince il premio Ponte di legno poesia; dirige la rivista di letteratura contemporanea e creatività Pelagos ed è editorialista di Angelipress. Candidato al Nobel per la Letteratura nel 2005, è considerato tra i più grandi poeti italiani contemporanei.
Laura Pausini trionfa con Io sì (Seen), frutto della collaborazione con Diane Warren e Nicolò Agliardi. Il brano è la colonna sonora del film La vita davanti a sé, del regista Edoardo Ponti con (la madre) Sophia Loren, disponibile sulla piattaforma a pagamento Netflix. Si tratta di un adattamento del romanzo omonimo del 1975 scritto dal francese Romain Gary, già portato sul grande schermo con un film nel 1977.
La trama del libro: Il pomeriggio del 3 dicembre del 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa. Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.
Nella sua casa di rue du Bac sistemò tutto con cura, gli oggetti personali, la pistola, la vestaglia. Poi prese un biglietto e vi scrisse: «Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove». L'anno prima Jean Seberg, la sua ex moglie, l'attrice americana, l'adolescente triste di Bonjour tristesse, era stata trovata nuda, sbronza e morta dentro una macchina. Aveva 40 anni. Si erano sposati nel 1962, 24 anni lei, il doppio lui. Il colpo di pistola con cui Romain Gary si uccise la notte del 3 dicembre 1980 fece scalpore nella società letteraria parigina, ma non giunse completamente inaspettato. Eroe di guerra, diplomatico, viaggiatore, cineasta, tombeur de femmes, vincitore di un Goncourt, Gary era considerato un sopravvissuto, un romanziere a fine corsa, senza più nulla da dire.
In un’intervista realizzata da La Repubblica, Pierpaolo Bombardieri spiega i fattori necessari sui luoghi di lavoro per fronteggiare la pandemia e proteggere ai lavoratori.
Sì alle vaccinazioni nelle fabbriche e a tutte le iniziative che possano “accelerare le operazioni per tutta la popolazione”. Il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri rivendica anzi una “primogenitura” sindacale della proposta lanciata ieri dalle pagine di Repubblica dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “In occasione dell’incontro con il ministro del Lavoro, il 14 febbraio, era stato anzi proprio Casasco, il segretario della Confapi, a proporlo a Orlando”.
Sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori e delle loro famiglie quindi non ci sono divergenze tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali?
“Penso che la convergenza su questo progetto dimostri che le parti sociali sono disposte a fare la propria parte nella gestione dell’emergenza, e che sia il momento di metterci seduti intorno a un tavolo con il governo. Ad oggi ancora i vaccini non ci sono, ma prima o poi arriveranno, e a quel punto dobbiamo farci trovare pronti per distribuirli il prima possibile a tutta la popolazione”.
I protocolli per la sicurezza nei posti di lavoro stanno funzionando?
“Sono stati accordi molto complicati, ricordo di aver lasciato il tavolo più volte durante le trattative, ma ritengo che alla fine sul tema della sicurezza le parti sociali abbiamo mostrato la capacità di interpretare i bisogni del Paese. Ma rimane aperta la questione dei precari: c’è differenza tra le condizioni di lavoro di una fabbrica con una forte presenza sindacale e quelle dei posti di lavoro dove non c’è sindacato e i lavoratori sono sfruttati. A Bologna abbiamo provveduto noi ai tamponi per i rider. Il problema della sicurezza e della prevenzione per i precari e per chi fa un “lavoretto” va affrontato con il governo”.
Anche la questione della sicurezza di chi lavora in smart working finora non è stata affrontata.
“Lì c’è anche una questione dell’organizzazione del lavoro: perché lo smart working diventi volano dello sviluppo noi pensiamo che possa ragionare in termini di valutazione della produttività sulla base del raggiungimento degli obiettivi, e non più dell’orario di lavoro. E quindi si potrebbe prospettare anche una riduzione dell’orario di lavoro, a parità di retribuzione”.
Come in Spagna, con la riduzione della settimana lavorativa da quattro a cinque giorni?
“No, il criterio deve essere quello del raggiungimento degli obiettivi, con orario variabile, facendo anche a meno di timbrare il cartellino, come già è avvenuto in alcune aziende. E’ una strada perseguibile, ogni settore potrebbe poi declinarla secondo le proprie esigenzecerto non deve diventare una strada perché poi il datore di lavoro riduca i salari”.
La convergenza di vedute con le organizzazioni datoriali si ferma alla sicurezza. Sul blocco ai licenziamenti Confindustria è disposta al massimo ad accettare una proroga selettiva.
“Noi diciamo che in questa situazione, in attesa di definire la riforma degli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, il blocco dei licenziamenti serve a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici la tranquillità per attraversare questo periodo pesante. Inoltre gli ammortizzatori straordinari sono sostenuti dal programma Ue Sure, che si è esaurito, si sta discutendo se rifinanziarlo. Noi riteniamo che il governo italiano debba sostenere la scelta di farlo diventare stabile”.
La riforma degli ammortizzatori sociali richiederà del tempo. Quali sono le vostre proposte?
“Noi sosteniamo che sia necessario provvedere a una copertura per tutti i lavoratori, ma non attraverso un ammortizzatore universale, perché la riforma va effettuata alla luce di due principi, quello assicurativo e quello solidaristico, e quindi deve esserci per tutti, compresi gli autonomi iscritti alle casse, un contributo da parte dei settori di provenienza, altrimenti il rischio è che si scarichi tutto sulla fiscalità generale, il che non significa rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali, ma indebolirlo. Poi semmai si può anche pensare a un sistema simile a quello del bonus/malus per le aree in cui non ci sia la capacità di intervenire. Il confronto con il governo deve iniziare subito”.
Anche sulle politiche attive verrà aperto un tavolo. Si parla di riformare il sistema dell’Anpal.
“Penso che tutti oggi partano dal presupposto che sia necessario investire sulle politiche attive, e quindi sulla formazione e riqualificazione, per aiutare chi ha perso il lavoro a trovarne un altro. Ma questo deve anche significare non disperdere quello che si è fatto finora: abbiamo dei professionisti selezionati per gestire le politiche attive, i navigator, che tra l’altro sono anche pochi rispetto al personale che viene impiegato in questi servizi nel resto dell’Europa. Farli andar via sarebbe un grave errore”.
I tavoli da aprire sono diversi. Voi siete stati convocati da Draghi già in sede di consultazione, e da Orlando prima ancora del giuramento. Un segno di attenzione che vi rende fiduciosi nel dialogo con il nuovo governo?
“Io sono cauto, perché in una situazione così drammatica aspetto di verificare quali saranno le effettive politiche economiche e sociali del governo. Abbiamo apprezzato che Draghi ci abbia convocato subito, ma il giudizio è sospeso. Ogni giorno ascoltiamo lavoratori e lavoratrici che hanno perso la speranza nel futuro, per se stessi e per i propri figli, che non riescono a trovare uno sbocco professionale, e quindi non riesco ad essere ottimista. Spero che le teorie di Draghi siano quelle del professor Caffè, e non quelle delle politiche di austerità e del patto di stabilità”.
Articolo Di Rosaria Amato per la Repubblica
"Pablo", la nuova serie animata in partenza su Rai Yoyo lunedì 1° marzo, tutti i giorni, alle 18. Il cartoon, che ha già nel cassetto una nomination ai BAFTA, è già disponibile su RaiPlay anche in inglese e ciascun episodio viene trasmesso in replica alle 9.35 del mattino successivo. Il titolo racconta una storia di inclusività che trasforma la diversità in un punto di forza, una chiave per affrontare ogni difficoltà.
Ne è protagonista un bambino autistico, Pablo, che coltiva l’amore per il disegno ed è circondato da una serie di personaggi inventati che ne alimentano fantasia e creatività. Giorno dopo giorno, Pablo e i suoi amici ‘speciali’ sono alle prese con piccole e grandi sfide che diventano altrettante avventure di gruppo.
Ogni episodio del cartone animato affronta, infatti, un tassello di quotidianità che vede Pablo imbattersi in problemi che nascono da una mancata comprensione. L’immaginazione si fa motore per trasferire tutti i problemi dal piano del reale al piano della fantasia, nel quale gli animali che il protagonista fa uscire dalla sua matita colorata sono compagni e aiutanti.
Come aspetti della sua personalità, le varie creature inventate dal bimbo fanno da supporto e incentivo non solo a Pablo ma a tutti i bambini che vivono la sua stessa condizione. Ecco, quindi la topolina timida e determinata Linda, la giraffa super intelligente Raffa e il caparbio uccellino Frullo. Una fantasiosa tribù che regala gli strumenti per sciogliere anche i nodi più difficili.
Con ‘Pablo’ la Rai continua nel suo impegno di servizio pubblico verso tutti proponendo storie semplici, coinvolgenti e di grande impatto formativo. Perché la presunta ‘differenza’ del protagonista è solo una carta speciale che gli permette di condividere le sue storie con il mondo che lo circonda. E di sentirsi, forse, un po’ meno solo.
Il presidente dell'associazione Luccasenzabarriere Domenico Passalacqua, da anni impegnato personalmente in numerose battaglie per l’abbattimento delle tante barriere architettoniche che limitano talvolta in modo rilevante la mobilità di tante persone con disabilità fisica.
L’intento è di sensibilizzare la comunità nei confronti della disabilità. Un impegno costante per fare in modo che tutti gli esercizi pubblici, le strutture pubbliche e le infrastrutture possano adeguarsi alle normative vigenti (legge 13/89) e che siano, in questo modo, garantita sia l’accessibilità e la mobilità per tutti i cittadini del territorio ed anche dei visitatori. Rendere il territorio uno spazio accessibile e privo di barriere architettoniche che non limitino la libertà e l’autonomia del disabile.
L’associazione, circa un anno fa ha realizzato un'applicazione di livello Nazionale che consiste nel mappare tutti gli esercizi pubblici e privati, stabilimenti balnearei, musei, ville, chiese, hotel, navi e ogni tipo di luoghi di interesse sia per il cittadino locale che per il turista, andando ad evidenziare l'accessibilità e la fruibilità per le persone con qualsiasi tipo di disabilità ed è rivolta anche a persone allergiche, intolleranti e neo genitori. Questa applicazione è unica in Italia, e non è rivolta solo a persone con disabilità.
In questo progetto, sono stati coinvolti vari Istituti Superiori del territorio con il progetto alternanza scuola-lavoro, con l'obiettivo di sensibilizzare gli studenti a costruire un territorio privo di barriere
architettoniche e mentali. Dallo scorso settembre sono già state mappate buona parte della
Provincia di Lucca e a breve partiranno altre Citta sia della Regione Toscana come Montecatini Terme, Arezzo, e Grosseto mentre fuori Regione inizierà la Provincia di La Spezia.
L'applicazione è scaricabile e gratuita da Android e Apple.
https://www.luccasenzabarriere.org/senzabarriere-app/
A cura di: Dott. Alessandro Imperatore
Primo caso al mondo di parto in una donna affetta dalla sindrome di Alström all'ospedale Sant'Anna di Torino
Primo caso al mondo di gravidanza in una donna affetta da una malattia genetica rarissima, la sindrome di Alström. La donna, 26 anni, ha partorito nei giorni scorsi all'ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino, presso la Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria (diretta dalla professoressa Chiara Benedetto). Si tratta di una malattia multisistemica, dovuta a mutazioni del gene ALMS1, che viene trasmessa solo se entrambi i genitori sono affetti o portatori della malattia, e si manifesta poco dopo la nascita: è caratterizzata da gravi problemi di vista e udito, tendenza all’obesità, diabete, disfunzioni cardiache, renali ed epatiche, e spesso infertilità.
A livello mondiale sono stati descritti solamente 450 casi della malattia ed in letteratura scientifica non sono mai state riportate gravidanze. Non esiste una terapia specifica, ma la diagnosi ed un intervento precoce possono migliorare la qualità di vita di chi ne è affetto. La paziente è stata assistita durante tutta la gestazione presso gli ambulatori per le gravidanze a rischio afferenti alla Divisione diretta dalla professoressa Benedetto, in collaborazione multidisciplinare con i colleghi internisti del Sant’Anna, coordinati dal dottor Aldo Maina, ed il Servizio di Genetica Clinica della Città della Salute di Torino (diretto dalla professoressa Barbara Pasini). La gravidanza ha avuto un decorso regolare fino all’8° mese, quando segni di lieve peggioramento delle funzioni cardiovascolare e renale materne hanno suggerito l’espletamento anticipato del parto mediante taglio cesareo. La mamma ed il neonato (un maschietto di 1950 grammi, ricoverato attualmente presso la Neonatologia universitaria, diretta dal professor Enrico Bertino) sono entrambi in buone condizioni.
Un'installazione di 216 metri quadrati che ospiterà un bosco vero, realizzato da Hydroplants Landscape e Designdi Modena con 30 alberi, cespugli ed erba all'interno della biblioteca Salaborsa nel centro di Bologna. Al centro del bosco saranno posizionati banchi dotati di microfono e sedie per riprodurre una classe reale, con cattedra e lavagna LIM. In questo scenario, e nel rispetto di tutte le norme sanitarie, durante i giorni del Festival di Sanremo (1-6 marzo) 20-30 speaker di Radioimmaginaria si alterneranno per raccontare la competizione canora con interviste, collegamenti e dirette.
Il Festival di Sanremo è un appuntamento che i ragazzi di Radioimmaginaria seguono da 8 anni: una delegazione di 100 speaker si trasferisce in riviera per raccontare il mondo del Festival con il loro linguaggio. Per la 71esima edizione, vista l'impossibilità di spostarsi e di fare assembramenti, Radioimmaginaria propone al comune di Bologna un allestimento speciale per ricordare la città della musica, l'edizione straordinaria e per mettere in evidenza quanto gli adolescenti abbiano bisogno di intravedere il futuro come una prospettiva aperta, ariosa, vitale. Da qui nasce l'idea di dare vita a un vero e proprio bosco, per riconnettersi con la natura e cercare di trarre occasioni positive da questa situazione di emergenza.
Il bosco sarà composto da lecci, eucalipti, ulivi e altre specie che potranno essere acquistati durante la settimana dal 1 al 6 marzo attraverso un'asta di beneficenza online su Ebay. Il ricavato andrà a sostenere l’organizzazione di volontariato “ODV Cucine Popolari”, una rete di mense per le persone in difficoltà. Chiunque partecipi, non solo acquista un albero con una storia (a ogni albero viene infatti attribuito un nome significativo e una carta d'identità) e gli trova una nuova casa, ma farà anche una buona azione a sostegno dei più svantaggiati.
In questo contesto, Radioimmaginaria trasmetterà in diretta dal bosco in Salaborsa due volte al giorno sul sito radioimmaginaria.it e sul canale youtube, coinvolgendo anche artisti emergenti, scuole di musica, influencer e personaggi di rilievo bolognesi che potranno partecipare dal vivo, e realizzando collegamenti quotidiani con la redazione Radioimmaginaria Sanremo, intervistando da remoto anche i cantanti presenti al Festival.
Per il terzo anno consecutivo proprio in occasione del Festival di Sanremo, Radioimmaginaria gestirà la Giuria degli Adolescenti, una giuria composta da 100 ragazzi dagli 11 ai 22 provenienti da tutta Italia che saranno chiamati ogni sera della kermesse a esprimere il proprio voto su 3 categorie: la canzone preferita, l'outfit più bello e l'esibizione più trash. Nel corso dell'ultima serata del Festival verrà proclamato, prima dell'annuncio del vincitore ufficiale, il vincitore secondo il pubblico degli adolescenti, a cui i ragazzi di Radioimmaginaria faranno recapitare un vero e proprio premio.
Il progetto del bosco in Salaborsa è realizzato da Radioimmaginaria (il network europeo degli adolescenti dagli 11 ai 17 anni con più di 300 speaker provenienti da 50 città in 8 Paesi diversi) in collaborazione con il Comune di Bologna, Bologna Biblioteche, Bologna Città della Musica UNESCO, Officina Adolescenti, Hydroplants e ODV Cucine Popolari, Ganassini, AxelTech, Imola AudioStudio, Bologna Business School, Hera.
La notizia proveniente dalla Bosnia che Alexander Langer, a quasi 26 anni dalla morte (3 luglio 1995), è stato proclamato cittadino onorario di Sarajevo “per la promozione della pace e della riconciliazione in Bosnia-Erzegovina”, riempie di gioia i Verdi italiani ed Europa Verde. Si tratta del riconoscimento più importante della capitale della Bosnia-Erzegovina ed è stato assegnato da parte del Consiglio comunale in vista della giornata della città di Sarajevo, celebrata annualmente il 6 aprile. La cittadinanza onoraria è stata concessa in riconoscimento dell’alto impegno di Alexander Langer per la pace nella ex-Jugoslavia e soprattutto a difesa della città di Sarajevo durante la guerra del 1992-1995.
Pochi giorni fa, il 22 febbraio, Alexander Langer avrebbe compiuto 75 anni. Per due volte eletto al Parlamento europeo (1989 e 1994) nelle liste della circoscrizione Nord-Est dei Verdi italiani, Langer, fin da giovanissimo impegnato per la convivenza inter-etnica nel suo Alto Adige/Südtirol, aveva dedicato tutti gli ultimi anni della sua vita all’impegno per la pace e la riconciliazione nella ex-Jugoslavia e in particolare in Bosnia. Il 26 giugno 1995 aveva guidato una delegazione europea a Cannes, dove si svolgeva il vertice dei capi di Stato e di Governo europei. Lì aveva presentato il drammatico appello “L’Europa nasce o muore a Sarajevo”. E nell’incontro avuto con il presidente di turno, il francese Jacques Chirac, aveva chiesto esplicitamente un intervento di “polizia internazionale” in Bosnia, dove l’assedio di Sarajevo durava ormai da oltre tre anni. Chirac gli rispose purtroppo negativamente, e l’11 luglio, a una settimana dalla morte di Langer, ci fu il terribile genocidio di Srebrenica. Soltanto mesi dopo l’appello di Langer sarebbe stato accolto, ponendo fine alla guerra di Bosnia.
Il riconoscimento postumo della cittadinanza onoraria di Sarajevo ad Alexander Langer è un segno eloquente della consapevolezza del suo straordinario impegno per la pace, la riconciliazione e la convivenza inter-etnica. Un segno che i Verdi italiani, che hanno avuto Langer tra i suoi fondatori negli anni ’80, ed Europa Verde accolgono con grande commozione e gratitudine per la città di Sarajevo, nella memoria indelebile di Alexander Langer, profeta e testimone del nostro tempo.
Marco Boato
Per onorare la memoria della Presidente di File Donatella Carmi, scomparsa lo scorso 17 ottobre al termine di una lunga malattia, un gruppo di volontari di File-Fondazione italiana di leniterapia, ha scelto di realizzare una raccolta fondi per aderire al progetto “Dona un albero”, l’iniziativa dell’assessorato all'Ambiente del Comune di Firenze che permette di regalare un albero alla Città e dedicarlo a chi si ama.
L’albero scelto per ricordare Donatella è un ciliegio, che è stato messo a dimora nel Giardino della Carraia, nel rione di San Niccolò, luogo molto caro a Donatella che vi ha vissuto per tanti anni e vi portava a giocare le sue figlie, Francesca e Benedetta, e poi le nipotine.
"Donatella - ha detto l'attuale Presidente di File, Livia Sanminiatelli - è stata una donna che ha saputo dimostrare, nel corso della sua vita, una grande forza e una straordinaria umanità e che ha rappresentato un punto di riferimento non solo per File: lo è stata per la Città di Firenze in tanti ambiti e contesti. Vogliamo poterla ricordare con questo albero commemorativo, con la speranza che cresca e che porti con sé il suo indelebile ricordo".
La cerimonia di messa a dimora del ciliegio ha avuto luogo questa mattina alla presenza della presidente di File Livia Sanminiatelli, della Presidente della Commissione Cultura della Regione Toscana Cristina Giachi, di Mariella Orsi, coordinatrice dei volontari di File, della famiglia di Donatella (la figlia Francesca e il marito Massimo) e di un gruppo di volontari di File.
Articolo di Luciano Moia pubblicate sul quotidiano Avvenire il 25 febbraio 2021, pag.19
Da qui a settembre un percorso per sacerdoti impegnati nell’accompagnamento delle persone Lgbt. Nei giorni scorsi il primo modulo per un centinaio di partecipanti. Obiettivo, andare oltre l’accoglienza.
Pastorale e omosessualità. Le indicazioni del magistero al tempo di papa Francesco non potrebbero essere più chiare. Tre esempi, per non lasciare parole nel vago. Cominciamo dalla ‘Relazione dopo la discussione‘ del Sinodo straordinario del 1914. Al n. 50 si afferma: «Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana». Secondo esempio, al n.250 di Amoris laetitia (2016), il Papa sollecita i vescovi a fare tutto quanto necessario «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita».
Terzo esempio, Relazione finale del Sinodo dei giovani (2018). Al n.150 si dice: «Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi». Tutto ben spiegato. Ma tracciata la strada, cominciamo i problemi.
Indubitabile l’esigenza di accogliere, accompagnare, discernere e integrare, ma come farlo? Occorre accogliere la persona o anche il suo stile di vita? Per le persone omosessuali credenti occorre immaginare percorsi specifici oppure l’obiettivo dell’integrazione suggerirebbe l’inserimento nella pastorale ordinaria? A queste e tante altre domande cerca di rispondere il primo Corso di formazione per operatori pastorali e accompagnatori spirituali di Persone omosessuali, di cui si è svolto il primo modulo nei giorni scorsi. L’iniziativa si inserisce nella serie degli incontri promossi già nel 2016 ad Ariccia (diocesi di Albano), e nel 2018 a Bologna.
Programmato come corso ‘in presenza‘ un anno fa, al Centro di Spiritualità ‘Villa San Giuseppe’ dei gesuiti di Bologna, è stato rimandato a quest’anno, in versione on line a causa della pandemia. Una modalità che ha permesso padre Pino Piva, gesuita, esperto di ‘pastorale di frontiera’, anima dell’iniziativa, di accogliere tutte le richieste di partecipazione. Oltre un centinaio, in maggior parte operatori pastorali sui temi della famiglia ma anche nell’accompagnamento delle persone lgbt.
Obiettivo del primo modulo quello di sondare il dato antropologico di fondo (filosofico e psicologico) su cui la teologia è chiamata a riflettere alla luce della Rivelazione e del magistero, tema che sarà affrontato nel secondo modulo, a giugno. Obiettivo finale? Offrire l’orizzonte adeguato per le proposte pastorali opportune. E sarà il terzo modulo, a settembre.
Impegnativi, soprattutto perché originali e spiazzanti, gli approfondimenti presentati. Don Stefano Guarinelli, psicologo e psicoterapeuta, docente alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale e autore tra l’altro di Omosessualità e sacerdozio. Questioni formative (Ancora) ha spiegato perché occorre intendere l’omosessualità come ‘tratto’ da integrare in una visione globale della personalità.
«Visto che non abbiamo una teoria condivisa che ci spieghi da dove arrivi l’orientamento omosessuale, spesso facciamo fatica a individuare l’approccio pastorale più opportuno». Così si pensa di risolvere tutto chiedendo semplicemente alla persona omosessuale di tacitare il suo orientamento con una pretesa che suona più o meno così: «Per comportati da cristiano devi diventare ciò che non sei. Ma questa – ha osservato il prete psicologo – è una pretesa anti-cristiana».
Chiara D’Urbano, psicoterapeuta, perita dei Tribunali del Vicariato di Roma, autrice di Percorsi vocazionali e omosessualità (Città Nuova) da anni impegnata nell’accompagnamento psicoterapeutico per il sacerdozio e la vita consacrata, ha spiegato che è giusto parlare di persone omosessuali psicologicamente mature e vocazionalmente compensate. «Anche se – ha ammesso – in ambito vocazionale l’omosessualità continua a costituire un certo imbarazzo». E ha spiegato che, anche in ambito vocazionale esistono persone ‘tipiche e insoddisfatte’ a cui cioè l’orientamento omosessuale non impedisce di comportarsi secondo i parametri della ‘normale’ mascolinità o femminilità.
Damiano Migliorini, docente di filosofia, autore di molti studi sul tema – tra l’altro ha scritto con Beatrice Brogliato L’amore omosessuale. Saggi di psicanalisi, teologia e pastorale (Cittadella Editrice) – partendo da una prospettiva ‘relazionale’, ha proposto una visione antropologica integrata attraverso cui leggere e comprendere la realtà delle persone lgbt.
Infine padre Giovanni Salonia, cappuccino, docente di psicologia e di pastoral counseling nella Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, escludendo in maniera netta la condizione omosessuale dall’ambito della patologia, ha invitato ad una più profonda riflessione teologica e pastorale, che possa promuovere un vissuto più integrato delle persone omosessuali nella società e nella comunità cristiana.
Quindi, ha detto, basta parlare di accoglienza. «Per un omosessuale è un’offesa. È come se gli dicessimo: sei fuoriposto, sei fatto male e quindi ti devo accogliere. La persona che si dice disposta ad accogliere già indica una diversità. La misericordia di Dio è per tutti e non può far sentire le persone sbagliate, tantomeno – ha concluso – le persone omosessuali».
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