Il prestigioso Premio Nonino, nato pionieristicamente nel 1975 per volontà di Giannola e Benito Nonino, per salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione e per la valorizzazione della civiltà contadina, ed assegnato alle più importanti personalità in ambito culturale, letterario ed enogastronomico, riuscendo spesso ad anticipare le scelte dei Nobel viene rinviata causa Covid a gennaio 2022. A darne notizia è la famiglia Nonino in un comunicato stampa.
Il prossimo 30 gennaio, però, la famiglia brinderà in ‘spirito Nonino’, da remoto. Sui proprio canali web e social proporrà, alle 11.30, un video messaggio di saluto agli Amici del Premio. La Giuria, inoltre, si arricchisce di due nuovi membri: lo scrittore e filosofo Giorgio Agamben e la scrittrice ed architetto palestinese Suad Amiry. Ecco il comunicato della famiglia Nonino
Vista l’emergenza sanitaria che impedisce incontri reali e concreti abbiamo pensato che una componente essenziale del Premio Nonino consiste proprio, anche e soprattutto, nell’in-contro reale tra giurati, premiati, ospiti da sempre così vivacemente appassionati di trovarsi insieme, di chiacchierare, di avvicinare concretamente gli autori e le personalità premiate per condividere i valori per cui è nato il Premio. Abbiamo perciò unanimemente deciso di posticipare l’evento a sabato 29 gennaio 2022 piuttosto che inevitabilmente impoverirlo nell’incontro virtuale on line, sempre impari all’in-contro reale e concreto e in particolare al Premio e al suo spirito. Siamo felici di annunciare che la Giuria del Premio si arricchisce di due nuovi membri: Suad Amiry architetto e scrittrice palestinese e Giorgio Agamben filosofo e scrittore.
“Dovremmo essere più seri nel vivere il tempo, che non è mai solo il nostro tempo, il tempo delle nostre urgenze private”. Partirà da questa premessa il dialogo del filosofo Silvano Petrosino con i giovani dell’Arsenale della Pace del Sermig di Torino. Un confronto a tutto campo che muoverà i passi dal libro di Petrosino “Lo scandalo dell’imprevedibile. Pensare l’epidemia” (Interlinea Ed.re). Una riflessione di speranza perché, scrive l’autore citando La peste di Camus, la chiave è “restare, accettare lo scandalo, cominciare a camminare nelle tenebre e tentare di fare il bene”.
Causa Covid, l’incontro si svolgerà on line e sarà trasmesso su tutti i canali social del Sermig e sul sito www.sermig.org/diretta Silvano Petrosino sarà presente in collegamento video.
L’appuntamento è per martedì 26 gennaio, a partire dalle ore 18.45
Silvano Petrosino, filosofo internazionalmente noto per i suoi studi sul pensiero di Lévinas e Derrida, è professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Teorie della Comunicazione e Antropologia religiosa e media.
L’Università del Dialogo è lo spazio di formazione permanente promosso dal Sermig, la realtà di pace e solidarietà nata nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero. Obiettivo: riflettere sui problemi del nostro tempo in una prospettiva di speranza. Inaugurata in Vaticano il 31 gennaio del 2004 da papa Giovanni Paolo II, negli ultimi anni l’Università del Dialogo ha accolto testimoni di ogni orientamento, della cultura e dei media, dell’economia e della politica, della solidarietà e dell’arte. Adulti con responsabilità particolari disposti a confrontarsi con i giovani, realizzando anche in campo culturale quell’incontro tra generazioni che il Sermig considera indispensabile per cambiare il mondo.
Il tema scelto per la sessione 2020/2021 è “Il mondo che verrà”.
"Le religioni in ospedale. Integrare spiritualità e medicina nelle pratiche di cura" del 28 gennaio alle ore 16.00.
Si tratta del secondo di una serie di eventi volti a far conoscere gli intenti e i risultati del progetto omonimo finanziato dalla Fondazione CRT. La ricerca mira ad avviare un progetto pilota di formazione degli operatori sanitari alle esigenze religiose e spirituali dei pazienti ospedalieri – con riferimento a Città della Salute e della Scienza di Torino – nell'ottica del crescente pluralismo religioso del territorio torinese. Con esso s'intende contribuire a promuovere il welfare di comunità in un'ottica di inclusione e di coesione.
Introduce e modera: Marina SOZZI (Centro Promozione Cure Palliative, Rete oncologica Piemonte e Valle d'Aosta)
Intervengono: Guidalberto BORMOLINI (TuttoèVita) e Eugenia MALINVERNI (Luce per la Vita).
Allestimento alla Soms di Racconigi, visitabile online dal 27 gennaio 2021
Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'invern
Primo Levi, Se questo è un uomo
In occasione del Giorno della Memoria, Progetto Cantoregi, in collaborazione con Anpi Racconigi e Comune di Racconigi, firma l’allestimento scenico “Come rane d’inverno”, dedicato alle donne nella della Shoah, per non dimenticare la specificità del loro vissuto e il dolore patito in condizioni di privazioni estreme, in prigionie fatte di fame, freddo, percosse, umiliazioni, viaggi della morte con un capolinea chiamato lager.
Allestito alla Soms di Racconigi, il lavoro scenico è visitabile online dal 27 gennaio 2021, grazie al video pubblicato sul sito web progettocantoregi.it e sulla pagina Facebook di Progetto Cantoregi e sul sito del Comune di Racconigi.
Le toccanti e drammatiche testimonianze di donne, spesso ancora bambine o giovani ragazze, che sono state internate nei campi di concentramento, o di intellettuali, che hanno urlato e urlano contro gli orrori dell’Olocausto, scorrono sullo schermo della Soms, un grido silenzioso contro i soprusi dell’uomo sull’uomo.
Si alternano, tra le altre, le parole di Anna Frank, Etty Hillesum, Edith Bruck, Liliana Segre, Hannah Arendt, Irène Némirovsky, Nelly Sachs, Gitta Sereny, Simone Weil, Elisa Springer, Joyce Lussu, Lidia Rolfi.
In scena, tra il palco e la platea della Soms, si stagliano gli oggetti tristemente simbolici dell’inferno concetrazionario, che rappresentano gli effetti personali o domestici sottratti all’identità e alla dignità di tante donne: scarpe, indumenti, cappotti, sciarpe e foulard, libri, pettini, valigie, bambole, posate e anche capelli.
«L’installazione “Come rane d’inverno” – spiega il presidente di Progetto Cantoregi Marco Pautasso – trae ispirazione dai versi della nota poesia di Primo Levi, ed è dedicato alle donne nella Shoah, alla condizione femminile all'interno dei lager, alla specificità del loro vissuto. Non c’è volontà di guardare la Shoah da una prospettiva di genere, perché non esiste una gerarchia nella sofferenza. Ma queste testimonianze hanno contribuito ad allargare e arricchire l'ambito della nostra riflessione, la visione e comprensione di quanto è accaduto, anche nelle sue atrocità più efferate».
Il pallone della C “dedicato” a Gino Bartali
Firenze, 23 gennaio 2021- La Lega Pro commemora la Giornata della Memoria, il 27 gennaio, e lo fa, in particolare, ricordando Gino Bartali.
È stato spedito un pallone alla famiglia Bartali a nome della stessa Lega e dei suoi club.
“Il ricordo di Gino Bartali è vivo ed è parte integrante della storia del nostro Paese - spiega Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro-i suoi insegnamenti sono attuali così come i suoi valori legati allo sport, al confronto, al fair-play, al rispetto degli avversari, al cuore che metteva in ogni sfida.”
La Lega Pro è il calcio dei valori ed è impegnata ogni giorno in iniziative legate al sociale con i suoi 59 club, che rappresentano 17 regioni italiane. In 15 mesi sono state realizzate 1.650 iniziative, di cui oltre 500 legate all’emergenza socio-sanitaria dettata dal COVID-19, che hanno visto impegnati club, dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi.
“Il Giorno della Memoria, data che ha un profondo significato - conclude Ghirelli- la leghiamo anche al ricordo di Bartali e il dono del nostro pallone alla sua famiglia è il nostro ringraziamento, ma anche l'impegno continuo a declinare il calcio ai valori.”
Università di Milano-Bicocca
Mercoledì, 27 gennaio 2021, ore 10
Evento in streaming
L’azione partecipata dedicata alla Giornata della memoria è organizzata in collaborazione con l’Unione Nazionale Interpreti di Teatro e Audiovisivo.
Tra gli ospiti della giornata, il ministro Gaetano Manfredi e gli attori Fabrizia Sacchi, Cristiana Capotondi, Marco Bonini, Edoardo Leo
Racconto dopo racconto, storia dopo storia, continuare a essere portatori di memoria.
Mercoledì 27 gennaio 2021, in occasione della Giornata della memoria, una pagina del sito dell’Università di Milano-Bicocca diventerà la piazza virtuale in cui artisti, studenti, docenti e cittadini daranno voce e volto ai testimoni dell’orrore della Shoah attraverso video, fumetti, disegni e canzoni.
Performance d’eccezione, quelle degli attori Beatrice Aiello, Alessandro Anglani, Eleonora Belcamino, Mia Benedetta, Filippo Gattuso, Gennaro Lucci, Rodolfo Medina, Carlotta Natoli, Simonetta Solder Chiara Tomarelli. Attraverso delle pillole video, ognuno dei dieci artisti interpreterà una storia dando voce e volto ai testimoni dell'orrore della Shoah.
Ad aprire l’incontro sarà la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, seguiranno gli interventi del ministro dell’Università e della ricerca, Gaetano Manfredi e della delegata della rettrice alla Comunicazione, Maria Grazia Riva.
Il confronto sul significato della ricorrenza celebrata il 27 gennaio di ogni anno entrerà nel vivo con gli interventi di Miriam Camerini, regista teatrale e studiosa di ebraismo e Davide Romano, editorialista de La Repubblica.
Monica Guerra, docente di pedagogia generale e sociale dell’Ateneo presenterà l’azione partecipata che ha visto l’adesione di numerosi cittadini e scuole di ogni ordine e grado e che prosegue l’azione avviata lo scorso anno con il duo artistico Ravani&Urrazza. Si discuterà dell’importanza della conoscenza e della memoria per l’educazione della cittadinanza e per lo sviluppo di una coscienza condivisa che possa scongiurare il ripetersi di ogni forma di discriminazione.
A discutere sul valore etico della memoria inteso come strumento insopprimibile dell’essere umano saranno anche attrici ed attori che ‘con la memoria’ - elemento centrale dei loro gesti performativi - e ‘sulla memoria’ - intesa come serbatoio della storia e della cultura - lavorano ogni giorno: Fabrizia Sacchi, Cristiana Capotondi, Marco Bonini, Edoardo Leo di UNITA (Unione Nazionale Interpreti di Teatro e Audiovisivo), associazione che tutela i diritti e la dignità professionale di attrici e attori come categorie professionali e promuove iniziative di informazione e formazione per lo sviluppo del settore dello spettacolo.
La giornata sarà anche l’occasione per presentare la collaborazione artistica nata tra UNITA e l’Ateneo milanese.
Il volume di Giacomo Lampronti, Mio fratello Odoardo. Una biografia di Focherini (Edb, pagine 216, euro 17,50) disponibile anche in ebook, sarà presentato in diretta sui social delle Dehoniane il 26 gennaio alle ore 18. All’iniziativa, nata dalla collaborazione fra diocesi di Carpi, Fondazione Fossoli e Avvenire, saranno presenti: monsignor Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola e di Carpi, Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli, il direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio e padre Pier Luigi Cabri, direttore di Edb. Qui sopra gli estratti della prefazione di Tarquinio e dell’introduzione dei curatori Peri e Manicardi. Il libro racconta in prima persona la vicenda di Lampronti, ebreo convertito al cattolicesimo, legata a quella dell’amico Focherini, nel periodo delle leggi razziali e della guerra. (Fonte Avvenire).
Nei giorni scorsi un giovane ragazzo di 23 anni, ricoverato presso l'ospedale CTO della Città della Salute di Torino, per un gravissimo trauma facciale è stato sottoposto in urgenza ad un lungo intervento di ricostruzione con la stampa 3D.
Pianificare l’intervento di ricostruzione e la stampa additiva dei dispositivi da utilizzare in sala operatoria è stata una corsa contro il tempo.
Un laboratorio per sperimentare nuove metodiche chirurgiche con l’ausilio delle tecnologie 3D è attivo da due anni presso l'ospedale Molinette di Torino.
Il laboratorio si trova all’interno del reparto di Chirurgia maxillo facciale e consente di ricreare un modello del paziente e tramite software dedicati progettare l’intervento chirurgico, in modo da ottenere soluzioni personalizzate per ogni paziente. Il laboratorio è dotato di una postazione per l’elaborazione virtuale 3D dei modelli anatomici, che poi verranno realizzati attraverso l’utilizzo di stampanti 3D presenti in reparto, per coadiuvare la pianificazione degli interventi chirurgici. Una sinergia di tecnologie ed esperienza clinica che ha permesso di sviluppare nuovi protocolli di diagnosi e cura di pazienti, con la possibilità di trasferire la pianificazione degli interventi in sala operatoria.
Tuttavia, nonostante la presenza del laboratorio all’interno del reparto, la simulazione chirurgica e la stampa 3D in urgenza differita rimane una sfida soprattutto in termini di tempo.
Appena le immagini TC sono state disponibili gli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, su indicazione dei chirurghi, hanno simulato al computer l’intervento cercando di ridare forma all’anatomia del volto fortemente compromessa dal trauma. Successivamente è stato stampato un modello 3D del volto ricostruito su cui i chirurghi hanno modellato placche di titanio personalizzate sul paziente da utilizzare in sala operatoria come guide per la ricostruzione.
L’intervento chirurgico è stato effettuato dal dottor Pompeo Cassano dell’équipe di Chirurgia plastica e ricostruttiva del CTO (diretta dal dottor Fabrizio Malan) e dal dottor Emanuele Zavattero dell’équipe di Chirurgia maxillo facciale delle Molinette (diretta dal professor Guglielmo Ramieri), coadiuvati dall’anestesista dottor Sergio Levi del team di Anestesia e rianimazione (diretto dal dottor Maurizio Berardino).
L’intervento preparato in 3D a tavolino ha consentito di ridurre i tempi operatori velocizzando i passaggi chirurgici e la soluzione dei possibili imprevisti.
La pianificazione chirurgica virtuale, integrata con le tecnologie di stampa additiva, hanno consentito di svolgere, all’interno delle sale operatorie della Città della Salute di Torino già numerosi interventi di chirurgia ad alta complessità del volto in regime di elezione. Tuttavia questo caso rappresenta una delle prime applicazioni di utilizzo di questa tecnologia nella chirurgia traumatologica d’urgenza.
AGCI Lazio, Confcooperative Lazio e Legacoop Lazio accolgono con particolare favore la notizia dell’approvazione, da parte dell’XI Commissione del Consiglio Regionale del Lazio, della Proposta di Legge (n.126 del 7 marzo 2019) in materia di Cooperative di Comunità.
Un ringraziamento particolare va alla Consigliera Eleonora Mattia, Presidente della Commissione lavoro, che come prima firmataria si è resa disponibile ad un importante processo di confronto sui principali temi oggetto della PL. Fondamentale anche il supporto delle strutture nazionali di AGCI, Confcooperative e Legacoop, sui più complessi aspetti formali e normativi richiamati nella PL.
“Riconoscere e sostenere chi si prende cura del proprio territorio, ri-generando l’economia locale, mettendo in comune saperi e riscoprendo la dimensione sociale e mutualistica. Questo è l’obiettivo della Proposta di Legge, che mi vede prima firmataria, in materia di Cooperative di Comunità, approvata oggi in Commissione attività produttive - ha dichiarato in una nota Eleonora Mattia - Soprattutto in una Regione eterogenea come il Lazio, dove la grande metropoli romana convive con piccoli comuni e aree interne”.
La norma disciplina il riconoscimento delle Cooperative di Comunità tramite l’istituzione di un apposito Albo regionale, che consentirà l’accesso ad agevolazioni ed opportunità garantite dalla Regione tra cui la concessione di aree e beni inutilizzati per finalità di interesse generale.
“L’obiettivo principale della PL è quello di regolamentare questa nuova ed importante opportunità, in grado di combattere lo spopolamento delle aree interne e di rendere la cittadinanza protagonista di processi virtuosi di carattere sociale e culturale, tenendo già conto dei concomitanti sviluppi normativi a livello nazionale” - hanno commentato congiuntamente i Presidenti di AGCI Lazio, Marino Ianni, Confcooperative Lazio, Marco Marcocci, e Legacoop Lazio, Placido Putzolu.
Sono previste ipotesi di raccordo con gli Enti Locali, soprattutto nell’attuazione delle politiche attive del lavoro, forme di sostegno finanziario per la costituzione e lo sviluppo delle Cooperative stesse, agevolazioni IRAP nel caso siano anche Cooperative sociali e incentivi all’occupazione, con un budget di 900mila euro per il triennio 2021-2023.
La Cooperativa di Comunità è un modello di innovazione sociale in cui i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi; è un modello che crea sinergia e coesione in una comunità mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, Associazioni e Istituzioni rispondendo così ad esigenze plurime di mutualità.
La Cooperativa di Comunità, per essere considerata tale, deve avere come esplicito obiettivo quello di produrre vantaggi a favore di una comunità, alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Questo obiettivo deve essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi che incidano in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità stessa.
Non contano dunque la tipologia della Cooperativa (di lavoro, di utenza, sociale, mista, ecc) o la tipologia delle attività svolte, quanto piuttosto la finalità di valorizzare la comunità di riferimento.
Ecospiagge per Tutti, lanciato nel 2019 con la presentazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata una innovazione per il settore Balneare.
Nel 2020 Legambiente ha coinvolto UNI (Ente Italiano di Normazione) per realizzare un primo passo per la certificazione degli Stabilimenti Balneari per la Sostenibilità, Responsabilità ed Inclusione. La Prassi 92:2020 di UNI.
Con il Contributo di UnionMare Veneto, SIB Balneari, Confcommercio, Confesercenti e Village for all, Legambiente e UNI hanno dato vita ad una prassi di Riferimento che aiuterà le imprese balneari ad eccellere sul mercato nazionale e internazionale.
In questo Webinar sarà presentato:
Ecospiagge per Tutti a cura di Paola Fagioli di Legambiente
UNI PdR 92:2020 a cura di Elena Mocchio di UNI Ente Italiano di Normazione
Esperienze e Buone Pratiche delle imprese a cura di Lorenzo Braida Bibione Mare
Conclusioni a cura di Alessandro Berton di Unionmare Veneto
Fondazione Cesvi e la tutela degli over65 in emergenza Covid: attivo un nuovo servizio di supporto psicologico e per combattere l’isolamento di una delle fasce più vulnerabili. A Milano il progetto “Veniamo noi da te”.
Milano, 22 gennaio 2021. Assistenza psicologica gratuita per aiutare gli anziani, i loro familiari e i caregiver ad affrontare l’emergenza Covid-19. Fondazione Cesvi e Cooperativa Spazio Aperto Servizi promuovono un servizio di assistenza psicologica, dedicato agli over 65 del VI Municipio della città di Milano e a coloro che se ne prendono cura, grazie al supporto di psicologi esperti nella gestione del trauma del centro clinico CTIF – Cura e Terapia per l’Infanzia e la Famiglia di Spazio Aperto Servizi.
L’iniziativa, rivolta a coloro che accusano un forte disagio emotivo, si inserisce nell’ambito del progetto “Veniamo noi da te”, nato all’inizio della pandemia con l’obiettivo di garantire supporto alla popolazione over 65 con interventi legati alle prime necessità (consegna di spesa, distribuzione di medicinali a domicilio, accompagnamento per visite) e prevenire situazioni di emarginazione e isolamento, anche con attività di monitoraggio e ascolto empatico telefonico.
Nell’attivazione di questo servizio è stata coinvolta una delle eccellenze milanesi in gestione dei traumi, il CTIF – Cura e Terapia per l’Infanzia e la Famiglia. Un’equipe specializzata, composta da psicoterapeuti, psicologi, identificheranno e definiranno, caso per caso, le strategie di intervento più adeguate con l’obiettivo di fornire la giusta assistenza, in primis agli anziani, ma anche ai familiari e caregiver degli stessi, sottoposti in questi lunghi mesi di restrizioni, a un forte stress e disagio psicologico.
In particolare, è stata attivata una linea diretta destinata ad anziani e caregiver per chiedere gratuitamente l’intervento di uno psicologo via telefono. Per accedere al servizio basta chiamare il 345 7611 627, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 16 o inviare una mail a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.. Gli psicologi sono, inoltre, pronti ad offrire aiuto anche in situazioni di disagio segnalate dal coordinatore di progetto, dagli operatori sociosanitari o da altre figure esterne.
Il progetto “Veniamo noi da te”, inserito all’interno dell’iniziativa #MilanoAiuta del Comune di Milano, nell’ultimo mese ha aiutato con un team di operatori specializzati 114 persone con 389 interventi complessivi e il maggior numero di richieste è arrivato dalla popolazione over 80. Tra i bisogni più frequenti la consegna di spesa a domicilio (41.39%), la necessità di accompagnamento per visite mediche o altri servizi essenziali (27.25%) e il ritiro di ricette e farmaci (10,3%). In crescita anche le richieste di supporto psicologico da parte di anziani (4.6%), operatori (4.1%) e caregiver (1.8%).
«L’emergenza legata alla diffusione del COVID-19 è ormai nei dialoghi e nelle emozioni di tutti – sottolinea il Vice Direttore Generale di Fondazione Cesvi, Roberto Vignola – si tratta di un trauma collettivo e particolarmente complesso, che interessa maggiormente coloro, come gli anziani, costretti per la tutela della propria salute ad una condizione di isolamento, e che può colpire a diversi livelli e in varie forme, anche dal punto di vista psichico. Questo disagio – aggiunge – se non gestito da professionisti, rischia di sfociare in una difficoltà psicologica più seria. Per questo motivo, dopo aver portato avanti sin dall’inizio dell’emergenza interventi di sostegno a domicilio per gli over 65, abbiamo ritenuto importante attivare insieme a Spazio Aperto Servizi e agli esperti nel campo del trauma del CTIF, una linea di supporto psicologico».
“A inizio novembre la Lombardia è tornata ad essere zona rossa, con nuove limitazioni e rinnovati timori. È ritornata la paura di contagiare ed essere contagiati, la necessità di doversi isolare per proteggersi, l’incertezza di non sapere cosa succederà. Dopo la quasi normalità che abbiamo vissuto nei mesi estivi, la seconda ondata ci ha travolti, con il serio rischio di non riuscire a reggere la situazione e avere un crollo psicologico – racconta Lara Luppi, direttore Area Domiciliarità di Spazio Aperto Servizi. Da qui è nata l’idea di poter offrire agli operatori - che per primi hanno iniziato a percepire un malessere interiore difficile da gestire, ai caregiver e agli anziani che assistono e di cui si prendono cura, un supporto psicologico, attraverso i professionisti del nostro centro clinico. L’obiettivo è prendersi cura anche di chi cura per poter garantire, sempre, alle persone anziane interventi efficaci e risposte concrete ai loro bisogni”.
Un libro per iniziare la settimana, Io sono Joy. "Un grido di libertà dalla schiavitù della tratta", scritto da Mariapia Bonanate della casa editrice San Paolo Edizioni. “La testimonianza di Joy è un patrimonio dell’umanità” ha scritto papa Francesco di questo libro, che lo ha commosso. E l’ha indotto a scriverne una prefazione che attraversa queste pagine come un vento forte, rendendole così vive e attuali. Lo ha definito un “dono” della protagonista “a ogni donna e a ogni uomo che coltivi un’autentica passione per la salvaguardia della vita”.
Di seguito la Prefazione che Papa Francesco ha scritto per questo meraviglioso libro.
"Ho accolto volentieri l’invito a scrivere questa breve prefazione, con il preciso intento di consegnare ai lettori la testimonianza di Joy come “patrimonio dell’umanità”.
Joy è una giovane che, in Italia, ha vissuto una seconda nascita. La sua terra natia è la Nigeria. Angolo del nostro pianeta in cui ha visto per la prima volta la luce del sole e da dove la sua vita si è messa in viaggio.
Con questo libro, Joy fa dono della sua storia personale a ogni donna e a ogni uomo che coltivi un’autentica passione per la salvaguardia della vita. Ci restituisce la sua drammatica esperienza di viaggio, con la semplicità dei testimoni che, raccontandosi, danno voce a Dio: in ogni dettaglio della sua storia, infatti, Dio le è accanto, come un protagonista nascosto, silenzioso, ma non per questo inerte nelle vicende narrate.
La traversata del deserto, i mesi trascorsi nei campi di detenzione libici, il tragitto in mare, nel corso del quale si è salvata dal naufragio, sono altrettanti capitoli di una narrazione allo stesso tempo autobiografica e corale. Mentre prendiamo parte alla sua storia, compaiono innanzi ai nostro occhi anche Loweth , Glory, Esoghe, Sophia, Mary, amiche che hanno una storia siile alla sua e a quella di migliaia di ragazze nigeriane.
Quella di Joy è una storia che accomuna tante altre persone, come lei rapite in una catena infernale e colpite dalla tragedia dell’invisibilità della tratta. Una storia tanto sconosciuta quanto sinistramente onnipresente nelle nostre società globalizzate.
A ben guardare, la sua via crucis si dispiega come un mosaico di realtà vissute dai tanti fratelli e sorelle più vulnerabili, resi “trasparenti” agli occhi degli altri.
Solamente dopo il suo approdo in Italia, Joy ha scoperto di essere stata ingannata e di essere caduta nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Questi percorsi di disumanizzazione sembrano presentare una costante nella loro “genesi” , nel modo in cui hanno inizio: l’essere costretti a lasciare il proprio Paese d’origine, per andare nell’anonimato, questi “invisibili” smarriscono progressivamente quei punti di riferimento identitario che li ancorano alla propria cultura.
E’ quanto succede, ancora oggi, a tante famiglie. I trafficanti, individui senza scrupoli che prosperano sulle disgrazie altrui, approfittano della disperazione della gente per soggiogarla al loro potere. Si arriva, persino, a progettare il tradimento “metodico”: Si privano le vittime di informazioni chiare fino al momento in cui il sopruso e la violenza della strada prendono il sopravvento e finiscono per uccidere i sogni.
E’ ciò che è accaduto a Joy e alle sue amiche.
A questo punto non posso fare a meno di rivolgere un interrogativo al lettore: dal momento che sono innumerevoli le giovani donne, vittime della tratta, che finiscono sulle strade della nostra città, quanto questa riprovevole realtà deriva dal fatto che molti uomini, qui richiedono questi “servizi” e si mostrano disposti a comprare un’altra persona, annientandola nella sua inalienabile dignità?
Nella lettura di questo memoriale siamo portati a scoprire, pagina dopo pagina, quanto la testimonianza di Joy ci inchiodi dinanzi ai pregiudizi e alle responsabilità che ci rendono attori conniventi di questi avvenimenti. Ci farà bene metterci al fianco di Joy e fermarci con lei suo suoi “luoghi” del dolore inerme e innocente. Dopo aver sostato lì, sarà impossibile rimanere indifferenti quando sentiremo parlare dei batteli alla deriva, ignoranti e anche respinti dalle nostre coste. Joy si trovava su uno di essi.
Nel suo cammino verso la libertà, Joy ci indica due realtà fondamentali: Anzitutto, la fede in Dio che salva dalla disperazione. Una fede salda, messa alla prova nei momenti più duri. In secondo luogo, la comunità. Joy ha dato inizio alla sua rinascita nel momento in cui è stata accolta dalla comunità “Casa Rut” di Caserta.
Una casa di accoglienza può fregiarsi del bel nome di comunità solo quando è capace di accogliere, proteggere, integrare e promuovere nel suo seno ogni vita.
Questo libro è un racconto di fede, un canto di speranza e di ringraziamento per chi offre la propria vita ponendo in alto questi quattro verbi dal sapore evangelico.
Joy aiuta tutti noi ad aprire gli occhi, “a conoscere per meglio capire” Spesso sono proprop loro, le vittime degli abusi più efferati, ad essere fonte inesauribile di supporto e di sostegno per le nuove vittime. I loro ricordi si rivelano come risorse informative di fondamentale importanza al fine di salvare altri giovani che versano nelle medesime condizioni.
Vorrei ringraziare tutte le persone e organizzazioni che, anche a costo della loro incolumità soccorrono le vittime dell’odierna schiavitù. Con la loro instancabile dedizione, restituiscono il valore di sé a chi è stato privato della dignità personale; riportano la fiducia e la speranza nella vita di quanti sono stati ingannati e hanno vissuto l’imposizione del terrore da parte di chi, dopo essersi presentato come salvatore, si è rivelato carnefice.
Ricondurre alla luce del sole quelle persone che sono state costrette a vivere nel buio fuligginoso dell’indifferenza sociale è un ‘opera di misericordia da cui non possiamo esimerci.
Infine, vorrei, rivolgermi a te, Joy.
“Ti chiami Joy” , sei stata la gioia di tua madre fin dal grembo materno, e così hai ricevuto da lei questo bel nome che è anche uno dei nomi propri di Dio. Tu sei Joy, simile a tante donne di cui oggi raccontiamo la storia ma soprattutto, tu sei “Joy”: unica, desiderata, e tanto amata.
Ti ringrazio per averci dato la possibilità di unirci a questa tua esperienza di assoluto coraggio che ci permette di capire meglio chi soffre la tratta.
Carissima Joy, come scrivi tu in queste pagine: “Soltanto l’amore, che alimenta la pace, il dialogo, l’accoglienza e il rispetto reciproco, può garantire la sopravvivenza del nostro pianeta!. Allora, mi raccomando: “coraggio, studia e non avere paura” . Brava, vai avanti così!”"
Francesco.
Solennità della B.V Maria Assunta in cielo.
San Giovanni in Lateranno, 15 agosto 2020
Martedì 26 gennaio incontro online con Gherardo Colombo e Carmelo Musumeci,
ore 21:00. Segui l'evento su facebook: https://fb.me/e/2dWWxieCK o in diretta al link https://youtu.be/ZA5nGFFsuZM uno straordinario evento organizzato da Pressenza International Press Agency in collaborazione con Associazione SulleRegole