Da Firenze fino a Senigallia, in provincia di Ancona. Il cuore delle mamme fa chilometri. Due madri, Giovanna Carboni di Cerreto Guidi e Camilla Tommasi, di Montemerlo vicino a Vo,' (Padova) hanno annullato centinaia di chilometri di distanza, scrivendosi lettere. Hanno condiviso il dolore senza fine della perdita di un figlio e il coraggio di riprendersi la vita. È nato da una storia vera, il libro " Il filo sottile del coraggio" (Maria Pacini Fazzi Editore) curato da Gaia Simonetti dell'Area Comunicazione Lega Pro. Il volume, che nasce per traguardi del cuore, in ricordo di Mauro e Niccolò, e che si puo' acquistare su Amazon, raccoglie le loro lettere dalla quarantena. Parlano dei preparativi del matrimonio della figlia di una mamma interrotti dal Covid-19, del fiore appena nato, della bellezza della vita.
Dai proventi della vendita del diario delle mamme, in questi giorni, è stato supportato un progetto dedicato alla clownterapia con VIP Claun Ciofega, in ricordo di Francesco Conti, per strutture pediatriche nelle Marche, in particolare a Senigallia (Ancona). La consegna avverrà da remoto il 27 gennaio prossimo.
Il telefono squilla e il display mostra il prefisso di Mantova. Rispondo con curiosità. Dall'altro capo, c'è Laura, che mi contatta perché ha saputo di un libro che nasce, che raccoglie come uno scrigno, le lettere di madri a figli che non ci sono più. Nell'inchiostro, c'è anche il mio dolore, che con il tempo non si è 'scolorito'. È sempre marcato.
"Vorrei scrivere alla mia Ela. Sono ancora in tempo?". Poche parole, chiare, che riaffiorano dal cuore per ricordare il suo angelo biondo.
"Quando perdi un figlio, ogni cosa perde senso, ti rendi conto che il futuro non esiste più, spazzato via in un istante".
La sua Ela veniva da lontano. Laura racconta del suo viaggio a Petrozavodsk, in Carelia, all'Orfanotrofio per conoscere la bimba che sarebbe diventata sua figlia.
"Eri meravigliosa. Ti sei fidata subito della mia mano. Il fatto che ti parlassi in russo, ti tranquillizza. Mamma Laura scrive nella lettera alla figlia.
"Nella tua breve vita sei stata amata tantissimo. Sapevi farti voler bene. La tua energia e voglia di vivere mi hanno sostenuta e mi sostengono".
Poi è arrivata la notte più lunga e più buia. Il dolore che entra nel cuore e si conficca nell'anima. Viene imprigionato.
"Ti sembra di camminare sul crinale di una montagna. O di qua o di là. Vivere o morire. Ho deciso di restare di qua, di vivere".
La mamma di Mantova ha ripreso per mano la vita con coraggio.
"Ho pensato di fare qualcosa per ragazze come Ela, offrendo loro nuove opportunità di vita - racconta Laura - e da tempo il mio impegno è dedicato ad istituire borse di studio per studentesse russe. Una di loro, Anzhelika, è venuta a stare da me ed è diventata parte della famiglia".
L'amore crea la vita. È linfa.
"Vedi Ela, io non ti ho tenuto nella mia pancia, non ti ho partorito, e tutto questo mi è mancato tantissimo, ma mi sento profondamente mamma". Continua il suo testo contenuto nel libro "Lettere senza confini".
Laura ha lavorato come insegnante. Non è difficile sentire parlare di lei come 'maestra di vita'.
Dalla A di Amazon alla Z di Generation Z: 21 parole per affrontare l’Ibridocene e supportare, accompagnare, incoraggiare chi fa impresa.
Un documento ad opera degli studenti della classe di Story Design della Scuola Holden, che avevano scritto il The Newtrain Manifesto con Paolo Iabichino
Il 21 gennaio 2021 alle 18.00 si conclude formalmente il primo ciclo de l’Età Ibrida con la restituzione di un «manifesto»
Milano, 15 gennaio 2021 - Il 21 gennaio 2021 alle 18.00 si conclude formalmente il primo ciclo dell’Età Ibrida - Dialoghi per le imprese alla vigilia di una nuova era, una rassegna divulgativa sui temi della cultura digitale tenutasi presso Palazzo Giureconsulti, voluto da Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, all’interno del progetto Punto Impresa Digitale. I sei appuntamenti, guidati da Paolo Iabichino con Marisandra Lizzi, hanno saputo raccogliere una community affezionata che ha dimostrato una forte partecipazione, raggiungendo una media di 200 utenti collegati a edizione.
L’Età Ibrida si chiude con la restituzione di un documento redatto da alcuni studenti della classe di Story Design della Scuola Holden, già autori del fortunato del The Newtrain Manifesto.
“Non si tratta di un documento autocelebrativo, ma un alfabeto de l’Età Ibrida, 21 parole, ognuna con una breve descrizione per definire un mindset e affrontare l'Ibridocene. Dalla A di Amazon alla Z di Generation Z, per offrire una traccia e supportare, accompagnare, incoraggiare chi fa impresa sul nostro territorio e non solo” afferma Paolo Iabichino, Direttore Creativo e Fondatore insieme a Ipsos Italia dell’Osservatorio Civic Brands. “Questo documento si rivolge così, in modo diretto, alle imprese, aziende, piccole, grandi, multinazionali, startup, b2b o b2c, diventando uno strumento su cui operare e su cui costruire un osservatorio «in itinere»”.
L’Età Ibrida è un’iniziativa speciale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi all'interno del più ampio progetto Punto Impresa Digitale, iniziativa a supporto della digitalizzazione delle imprese nel contesto sfidante di Impresa 4.0. La presentazione de «L’alfabeto dell’Età Ibrida, dalla A di Amazon alla Z di Generation Z» sarà l’occasione per presentare 3 fondamenta essenziali per il 2021, come Formazione, Sostegno e Divulgazione.
“Ci auguriamo che questa iniziativa di Camera di Commercio si possa replicare in tutta Italia. Con i sei incontri de l'Età Ibrida, abbiamo iniziato una sorta di viaggio esplorativo per scoprire i confini di questa nuova era geologica, che Iabichino ha battezzato Ibridocene” afferma Marisandra Lizzi, Founder di iPressLIVE e Mirandola Comunicazione, da sempre attenta ai temi del digitale e dell’innovazione tecnologica. “Questo periodo ci ha dimostrato come sia importante fare sistema, soprattutto in questo tempo di crisi, in cui l’inventiva, la creatività, la forza delle aziende italiane possono unirsi alle potenzialità del digitale. Servono imprenditori ma anche comunicatori, filosofi, antropologi, scienziati, sociologi, linguisti, psicologi e giornalisti, insieme affronteremo questa nuova era per coglierne il meglio e lavorare in logica di sistema. Mai come oggi è fondamentale unire le forze e contaminare le esperienze.”
L’incontro inizierà alle 18,00 e durerà circa un’ora, è possibile partecipare iscrivendosi attraverso la piattaforma GoToWebinar. A distanza di alcuni giorni, il video sarà disponibile sul canale Youtube della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Al seguente link il racconto Medium dei sei appuntamenti del 2020.
Nel Recovery non c’è nessun sostegno alla nostra lingua, una delle prime studiate al mondo. Un’ottima leva di sviluppo, fondamentale per la ripresa.
Ne scrive Andrea Riccardi sul Corriere della Sera:
Per la prima volta in Italia andrà in onda sul canale Rai5 sabato 16 gennaio alle 23.30 un video-danza nato dalla straordinaria collaborazione tra il celebre scrittore israeliano Etgar Keret e la danzatrice e coreografa nota a livello internazionale Inbal Pinto.
Ispirato a un racconto scritto da Keret dopo la fine del primo lockdown in Israele e pubblicato lo scorso luglio sul New York Times, il video propone un'originale coreografia ideata dalla talentuosa Inbal Pinto incentrata sulla sensazione che si prova quando, dopo settimane di permanenza forzata a casa finalmente si è liberi di uscire: ci si aspetta che tutti siano impazienti di tornare alla vita di prima invece non è esattamente così.
Una co-produzione tra Israele e Giappone realizzata in contemporanea a Tokio e a Tel Aviv con la partecipazione della danzatrice israeliana Moran Muller e l'attore e danzatore giapponese Mirai Moriyama.
"Ouside" è stato proiettato lo scorso agosto a Times Square, a Shibuya Tokio e a Habima Square a Tel Aviv.
Nelle ferite delle città: politica, ecologia, economia in dialogo
Introduce Silvio Minnetti - Presidente Mppu Italia.
Giuseppe Argiolas Professore di Economia e Management e Rettore Istituto universitario Sophia di Loppiano
Elena Granata Professore Associato al Politecnico di Milano di Urbanistica e Analisi della città e del territorio e docente Istituto universitario Sophia
Biodivercity: progetti e ispirazioni per le città che abiteremo 15 gennaio 2021 ore 18.30/20.00 Interverranno: Raffaele Natalucci – centro nazionale Mppu Daria Jacopozzi – consigliera comunale Parma
Diretta: https://www.youtube.com/channel/UC5ccfic_eWsl9I4mFYMcB-A/
Proponiamo l'articolo uscito su https://www.artefair.it/ dove si racconta un po' il percorso e gli obbietivi raggiunti dai nostri Ladri di Carrozzelle
Ladri di carrozzelle, la storica band che trova nell’autoironia la forza di andare avanti nel diventare veri professionisti
Tutto ha inizio nell’estate 1989 in un villaggio turistico, nei pressi di Diamante nel cosentino. Un gruppo di giovani con particolari difficoltà d’agilità motorie, ma molto allegri, positivi, dinamici e soprattutto ironici scoprono di avere una gran passione in comune: l’amore per la musica. Da qui, un sogno, quello di fondare una rock band. Finite le vacanze, nel rientrare a Roma, il sogno inizia a concretizzarsi ed a prendere forma. In breve tempo danno vita al gruppo musicale ‘La banda del buco’ che per svariati motivi durerà solo un paio d’anni.
Ma il sogno è troppo bello, ed è animato da tanto amore per la vita e per la musica, che non può rimanere chiuso in un cassetto. Ed allora è proprio Paolo Falessi uno dei creatori che si rimbocca le maniche, con l’intento e il desiderio di voler ricominciare tutto da capo, e decide di riunire tutti i ragazzi della vecchia band, inserendone anche di nuovi. Tutti insieme e di comune accordo, decisero di formare un gruppo che andasse controcorrente e per tener fede a questo loro intento, iniziarono dal nome. L’idea venne a Piero, il quale, pensando a Paolo Belli, ironizzando disse: “Chiamiamolo ladri di carrozzelle, anche perché delle biciclette che ce ne facciamo?”.
Credo sia stata questa loro grande autoironia a donare al gruppo la forza di non abbattersi, soprattutto nei momenti bui e di massimo sconforto, come può essere soprattutto la perdita di un loro compagno o collaboratore per patologie gravi o pericolose, come la distrofia muscolare. Difatti con il progredire della malattia, purtroppo tante volte sono stati necessari dei nuovi inserimenti, e in seguito gli avvicendamenti sono stati costanti. Proprio per questo non esiste una formazione stabile della band, i musicisti che hanno partecipato al progetto nel corso degli anni sono stati una cinquantina.
La formazione della band cambia continuamente anche a seconda della situazione in cui i “Ladri di carrozzelle” sono impegnati. Va da un minimo di 5 ad un massimo di 15 musicisti, anche in base all’attività a cui è richiesta la loro partecipazione, che principalmente si nutre di concerti, ma ci sono anche convegni e dibattiti nelle scuole, per promuovere riflessioni sulla diversità, sul vivere la disabilità, sulla pace, sulla musica e sul potere della musica.
Diversi, diversi da chi? Il cuore nel petto batte per tutti allo stesso modo. Continuando il sogno, ricordiamo il 1° maggio del 1995, giorno in cui salirono per la prima volta sul palco. L’emozione fu tanta, anche perché la piazza era piena e dopo il primo brano, nel sentire gli applausi e il calore del pubblico, non riuscivano neanche a parlare. La felicità era qualcosa di indescrivibile e di inarrestabile, che non si poteva non vedere nei loro occhi.
Fu il loro coraggio e desiderio di voler diventare dei veri professionisti – racconta Falessi, in una delle sue interviste – che li ha condotti a raggiungere mete che non credevamo mai di poter raggiungere.
Da quella splendida esperienza, non mollarono più. Anzi, credono sempre più in se stessi, producono sette album e sei singoli e partecipano a svariati programmi televisivi come Telethon. Non lavorano solo per sé, ma molto del ricavato dei loro concerti lo donano per la realizzazione di una casa famiglia per chi, con la perdita dei propri familiari, non può autogestirsi.
Una strada sempre in salita, che li ha portati anche a partecipare nel 2017 come ospiti d’onore al Festival di Sanremo con la canzone ‘Stravedo per la vita’. Testo scritto da Paolo Falessi e dedicata a un loro componente – Piero Petrullo – che purtroppo decide di togliersi la vita. “I ladri sono l’espressione di un vasto piano la cui attività principale è quella concertistica, ma si estende e confina in attività collaterali, rientranti in un unico, ambizioso progetto: la diffusione di un’immagine nuova e insolita delle diverse abilità, attraverso la musica.”
La crisi profonda degli attuali modelli organizzativi e socio-politici impone da tempo una riflessione sulla necessità di una nuova forma mentis a base delle future trasformazioni. La diversità di generi porta con sé una nuova dimensione più articolata e diversificata, che può sviluppare virtuose sinergie innescate da tutto quel patrimonio umano, culturale, sociale, di sensibilità e professionalità che solo nella complessità e diversificazione può emergere. Su questo la Scuola Nazionale dell'Amministrazione della presidenza del Consiglio dei ministri ha organizzato un seminario on line su "La parità di genere tra imparzialità e buon andamento". Il seminario si svolgerà il 18 gennaio, dalle 17 alle 19.30.
"Il seminario è un'occasione di confronto sulla connessione tra la parità di genere ed il principio costituzionale del buon andamento e della imparzialità amministrativa, attraverso le qualificate testimonianze dei relatori, tutti portatori di specifiche esperienze nel concreto agire dell'azione amministrativa", spiega la Sna.
Interverranno: Stefano Battini della Sna, Daniela Carlà Dirigente generale amministrazione centrale e Noi Rete Donne, Lorenzo Casini Ministero Beni Attività Culturali e Turismo e Sna, Maria Gentile Sna, Valentina Lostorto Sna, Giovanna Martelli Noi Rete Donne, Fabiana Massa dell'Università di Sassari e Noi Rete Donne.
Fonte: Labitalia
Nel campo delle protesi bioniche di arto superiore sono destinati a imprimere un'ulteriore accelerazione ai progressi raggiunti negli ultimi anni: sono i tre progetti al via presso l'Universita' Campus Bio-Medico di Roma in collaborazione con il Centro Protesi Inail di Budrio (BO) e con la partecipazione della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. E' quanto si legge in una nota congiunta l'Universita' Campus Bio-Medico di Roma, il Centro Protesi Inail di Budrio (BO) e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
Si tratta di tre progetti nel campo della bionica e delle tecnologie assistive low-cost, chiamati "WiFi-MyoHand", "RGM5" e "3D-AID". In particolare "WiFi-MyoHand" sviluppera' una nuova protesi bionica con ritorno sensoriale grazie a un sistema di stimolazione neurale completamente impiantabile e wireless; "RGM5" sviluppera' nuove procedure di chirurgia bionica per l'adattamento del corpo dell'amputato alle protesi piu' innovative e restituira' la propriocezione; "3DAID" realizzera' protesi e ortesi di mano innovative "low-cost" grazie all'utilizzo di tecniche avanzate di prototipazione rapida con stampa 3D. La presentazione dei tre progetti presso l'ateneo romano ha visto la presenza di Andrea Rossi, direttore generale dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma, del prorettore alla ricerca, prof. Eugenio Guglielmelli, del prof. Vincenzo Denaro, primario emerito dell'Unita' di Ortopedia e Traumatologia, della prof.ssa Loredana Zollo, presidente del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica, del prof. Vincenzo Di Lazzaro, preside della Facolta' di Medicina e Chirurgia e del prof. Giovanni Di Pino, direttore del Next Lab - Neurofisiologia e Neuroingegneria dell'Interazione Uomo-Tecnologia. Per l'Inail erano presenti, tra gli altri, l'ing. Emanuele Gruppioni, direttore tecnico Area ricerca Centro Protesi Inail, e l'ing.
Angelo Davalli, responsabile formazione tecnica e sanitaria, mentre per la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa il prof.
Christian Cipriani, direttore dell'Istituto di BioRobotica.
(Red/ Dire)
Tornano le iniziative di #ITALIAEBRAICA, il progetto che riunisce i musei ebraici italiani.
La nuova serie di eventi online, inaugurata sulla piattaforma Zoom lo scorso dicembre, ci conduce alla scoperta della straordinaria ricchezza del patrimonio culturale ebraico.
Ogni mese due musei per volta saranno i protagonisti di un episodio e costruiranno insieme un unico racconto che avrà al centro i beni culturali ebraici italiani, le persone, le famiglie, gli usi e i costumi che li accomunano. Il dialogo metterà in luce l’intreccio di storie che legano una comunità all’altra.
Il secondo appuntamento, previsto giovedì 21 gennaio alle 18.30, è dedicato al Museo Ebraico di Roma e alla Sinagoga di Siena. Al centro dell'incontro, la tradizione degli apparati effimeri, decorazioni sceniche temporanee prodotte per addobbare le città in occasione delle celebrazioni, volute dalle autorità locali, di momenti particolarmente significativi.
Tra Seicento e inizio Settecento, a Roma, l'Università (ovvero la comunità) degli ebrei ne produceva per contribuire, spesso forzatamente, al "possesso papale": ossia la cerimonia durante la quale il pontefice appena eletto sfilava in trionfo dalle sue residenze, il Vaticano e poi il Quirinale, attraversando la città per giungere alla cattedrale in San Giovanni in Laterano, dove si sarebbe svolta la sua investitura a vescovo di Roma. L'esemplare dell'immagine qui proposta era compreso in una serie di quaranta cartelli realizzati in occasione del possesso di Papa Corsini, il 19 novembre 1730, il cui nome è stato anagrammato all'interno del motto.
A Siena si conserva invece l'incisione "Comparsa delle contrade e corsa del Palio, rappresentato il 13 maggio 1767 per la venuta a Siena del granduca Pietro Leopoldo di Lorena e della Granduchessa Maria Luisa Infanta di Spagna" che rappresenta una sorta di cronaca visiva dei festeggiamenti svoltisi in più giorni per la venuta in città del Granduca Pietro Leopoldo nel 1767.
Tra le vignette con gli apparati scenici allestiti per l'occasione, spicca il contributo della Nazione ebrea di Siena che predispose un parterre in mezzo alla Piazza del Campo, su progetto di Girolamo del Testa Piccolomini. L'apparato effimero fu utilizzato per la festa da ballo in maschera che si tenne in onore dei sovrani.
Intervengono:
Olga Melasecchi - Direttore del Museo Ebraico di Roma
Anna Di Castro - Comunità Ebraica di Firenze, sezione di Siena
Una 'corrispondenza vocale', per non interrompere quel filo che la pandemia da Covid-19 ha fatto più volte traballare, rischiando di spezzarlo. È il senso dell'iniziativa 'Pronto, ti racconti?' realizzata in collaborazione tra Auser Pistoia e Comitato provinciale Unicef di Pistoia per venire incontro alle due fasce della popolazione più danneggiate dalla situazione, bambini da una parte, over 65 dall'altra. Ecco che allora in loro soccorso arriva un buon vecchio amico, il telefono, diventata vera e propria opportunità per abbattere i confini. Il progetto fa affidamento sulla generosità dei volontari che aderendo all'iniziativa potranno raccontare storie conosciute, storie dell'infanzia o inventate: queste verranno registrate e trascritte e andranno a comporre un audiolibro da proporre ai bambini e a chiunque vorrà richiederli. Gli scambi telefonici potranno avere la frequenza di uno o piu` giorni alla settimana, secondo quanto concordato tra chi racconta e chi riceve il racconto. Le prenotazioni per partecipare al progetto aprono domani, 7 gennaio, telefonando ai seguenti numeri: 346.1821874 o 347.7923816 o 346.2184852 oppure ancora 0573.22000 o scrivendo a territorialepistoia@auser.toscana.it; This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.. Saranno inoltre accolte anche le adesioni di nuovi volontari pronti a prestare la loro opera in questa avventura.
Fonte: QN La Nazione
La proposta di far dichiarare la scrittura corsiva “patrimonio dell’umanità” dell’Unesco ne preannuncia la fine, è il bacio della morte. Le eleganti curve tracciate dalle stilografiche vanno a raggiungere altri monumenti culturali - rimpianti ma non presi troppo sul serio - come il teatro dialettale, gli abiti tradizionali paesani e gli spettacoli delle marionette.
In declino drammatico in larga parte dell’Occidente a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, il corsivo sopravvive nell’uso popolare quasi esclusivamente nelle firme poste in fondo ai documenti formali - documenti inevitabilmente scritti a computer… Richiama uno stile sociale e culturale che non c’è più, il cui ricordo fa tenerezza - a patto di non doverne seguire i dettami. Saltano fuori ricerche sui benefici per lo sviluppo mentale e il coordinamento fisico degli studenti, ma vengono lette con sufficienza e scartate.
È facile dare la colpa alla tastiera e all’informatica, ed è certamente così - ma negli uffici la scrittura corsiva e le macchine da scrivere hanno convissuto felicemente per molti decenni. Forse il vero problema - lo suggerisce il tempismo e la “curva di accelerazione” del fenomeno - ha più a che fare con gli strumenti di comunicazione che con quelli di scrittura. Anche le macchine Telex sono scomparse, insieme ai fax, ormai in uso principalmente negli angoli più arretrati delle burocrazie dove “carta canta”. Certo, volendo si può trasmettere un messaggio scritto a mano pure al computer o con un cellulare, ma a che pro?
Il primo paese occidentale ad abolire l’insegnamento del corsivo è stato la Finlandia, nel 2015. Molti altri lasciano semplicemente che il tema “evapori” con il pensionamento degli insegnanti preparati sull’argomento. Un caso a parte è rappresentato dagli Stati Uniti, dove il tema è politico. Scrivere in corsivo sarebbe “elitista” e le priorità scolastiche sono altre. Lo ha spiegato una maestra elementare al New York Times in un articolo dedicato ai tentativi dei conservatori americani di far rivivere il corsivo. “Mi sa di una roba nostalgica”, ha detto, e comunque ci sarebbero altre tematiche più urgenti: “Metti insieme l’uso della tastiera, la pedagogia anti-razzista, le tecniche dell’attivismo, l’educazione digitale... Ci sono tante altre cose da insegnare”.
Il sistema scolastico americano è fortemente decentrato, ma le scuole tendono ad aderire a certe linee guida nazionali, i “Common core standards”. Il corsivo è stato tolto dalla lista nel 2010, ma da allora le legislature di 21 dei cinquanta stati Usa hanno proposto di rimetterlo nel curriculum - davanti alla feroce opposizione di insegnanti che a loro volta spesso non sanno come scrivere in corsivo.
Sono battaglie di retroguardia, forse da entrambe le parti. Una volta la tecnica era utile e necessaria, proprio come le candele erano necessarie per vedere al buio. Ora sono decorative - alla stessa maniera del corsivo, i cui “geroglifici” sono sempre meno leggibili per le generazioni recenti. Per un po’ ancora sopravvivrà - ma la fine della storia è già scritta…
James Hansen per Mercoledì di Rochester
Domenica 17 GENNAIO su RAI 2 alle 9.20 circa e venerdì 22 gennaio in replica alle 24,55 circa va in onda il consueto appuntamento con “O anche no”, il programma dedicato all’inclusione e alla solidarietà realizzato con RAI PER IL SOCIALE.
In questa puntata Paola Severini Melograni incontra Pietro Barbieri, il responsabile dei diritti delle persone con disabilità nel CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo). Il secondo protagonista della giornata è Benny Molaro, un giovane attore affetto dalla sindrome di Usher che ha anche partecipato a Telethon qualche anno fa. Per il consueto appuntamento con il cooking show la troupe di “O anche no” è andata in un Istituto Alberghiero di Anzio.
E poi “i disegni di Disegni”(il grande Stefano Disegni), le notizie di Rebecca Zoe De Luca, le magie di Andrea Paris il “prestigiattore” con i suoi maghi in erba. E le canzoni della nostra sbrock band, i “Ladri di Carrozzelle”.