Sono almeno vent’anni che genitori e professionisti dell’educazione assistono al progressivo abbandono dell’infanzia da parte delle istituzioni, ma mai come durante la recente emergenza legata al Covid-19 la realtà dei fatti è stata sotto gli occhi di tutti. Il momento per interrogarsi davvero sulla situazione dei bambini nel nostro Paese, quindi, non può più essere rimandato, ed è necessario cominciare dalle domande fondamentali: quando abbiamo smesso di occuparci di infanzia? Chi sono stati i principali agenti di questo disastro e, soprattutto, esiste un modo per rimettere i più piccoli al centro delle preoccupazioni istituzionali? A queste domande risponde Daniele Novara, esperto di riferimento italiano sui temi della pedagogia e dell’educazione, e che per primo ha lanciato l’allarme sulla scuola durante la pandemia, dando voce al dissenso delle famiglie e dei professionisti dell’educazione verso uno Stato indifferente, con una riflessione ad ampio raggio sulla considerazione di cui (non) godono i più giovani nel nostro Paese e su cosa dovrebbero fare genitori, educatori e politici per rimettere infanzia e educazione al centro del dibattito. Perché i bambini sono, più di ogni altra cosa, il nostro futuro. E ogni giorno ce ne dimentichiamo un po’ di più.
DANIELE NOVARA, pedagogista, counselor e formatore, ha fondato il CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti) ed è docente del Master in Formazione interculturale presso l’Università Cattolica di Milano. Ideatore del metodo maiueutico nell’apprendimento e nella relazione d’aiuto, è autore di numerosi libri e pubblicazioni. In BUR sono disponibili Litigare fa bene (2013), Urlare non serve a nulla (2014), Meglio dirsele (2015), Punire non serve a nulla (2016), Non è colpa dei bambini (2017), I bulli non sanno litigare (2018), Cambiare la scuola si può (2018), Organizzati e felici (2019).
Comunicato Stampa
Bur Rizzoli