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venerdì, 19 Aprile, 2024

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FoamFlex200: la spugna che rimedia ai disastri ambientali nei mari

Oggi parliamo di idee, di idee rivoluzionarie che si tramutano in realtà, in delle realtà che animano speranza e che soprattutto entrano in soccorso a tutti. Una spugna è l’innovazione lanciata da Alessandro Taini, fondatore nel 2015 della startup Test1; questa spugna è in grado di assorbire oli che per un motivo o per un altro finiscono nei nostri mari. L’intuizione viene da lontano, dagli anni ’70, quando un amico del padre di Taini progettava, nel suo periodo di lavoro come chimico per la Montedison, una spugna in grado di assorbire il petrolio, ma il progetto non venne in seguito sviluppato. Erano altri tempi, si veniva dal ’68, dai movimenti per i diritti umani e per la salvaguardia del Pianeta; e in un certo verso, seppur con un differente panorama, si stanno riproponendo in questo periodo storico attraverso dei nuovi movimenti come Black Lives Matter e Fridays For Future, ovvero dei movimenti animati dalla stessa voglia di cambiamento culturale che era presente allora. In questo contesto si afferma l’idea rivoluzionaria di Taini, al quale forse è stato passato il testimone di quegli anni ’70, un testimone che ha visto la sua piena realizzazione nei giorni nostri.

La spugna si chiama FoamFlex200: è economica, ha una rapida efficacia ed è stata già impiegata nel disastro ambientale verificatosi alle Canarie nel 2018; grazie al suo utilizzo sono stati recuperati nel giro di pochi giorni oltre il 50% dei liquidi tossici sversati nel porto di Gran Tajal. “Abbiamo deciso di riadattare l’idea della spugna, utilizzando materiali conformi alle leggi attuali – spiega Taini – abbiamo realizzato così diverse versioni di una schiuma poliuretanica a celle aperte in grado di assorbire oli, nafta e gasolio fino a decine di volte il proprio peso: un kg di spugna può assorbire 6 tonnellate di idrocarburi. È oleofila e idrofoba al 95%, quindi assorbe gli oli ma non l’acqua, e può essere strizzata e riutilizzata fino a 200 volte. A differenza dei panni, non crea rifiuti, e l’olio recuperato può essere mandato in raffineria”.

La FoamFlex200 è stata chiamata ad intervenire anche per una fuoriuscita di petrolio avvenuta sul lago di Garda, i Vigili del fuoco hanno così potuto impiegare la spugna nelle operazioni di ripristino delle acque grazie alla collaborazione sorta con la startup bresciana. “I Vigli del fuoco hanno utilizzato il nostro prodotto e da quel momento hanno richiesto una fornitura di spugne abbinate a kit per tombini, utili a evitare che liquidi pericolosi vadano a inquinare la rete idrica”, racconta Taini. Ma le idee innovative di Test1 non si fermano qui: è infatti in via di sviluppo anche la costruzione di un drone marittimo comandato da remoto che sarà in grado di effettuare le attività di pulizia attualmente condotte dall’uomo. Idee come queste danno un pizzico in più di speranza, in un mondo che preferisce più curare che prevenire le emergenze, perché forse senza la presenza di persone come Taini che mettono a disposizione dell’umanità, e soprattutto a disposizione del Pianeta, le loro competenze, staremmo a parlare solo di disastri irrimediabili. E mai come ora la Terra sta invocando la mano dell’uomo, a patto che si tratti di quella giusta.

A cura di Simone Riga

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