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giovedì, 18 Aprile, 2024

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IL 14 APRILE È LA GIORNATA MONDIALE DELLA MALATTIA DI CHAGAS

Domenica 11 aprile le associazioni PINTRE e AILMAC hanno organizzato un webinar per far conoscere la malattia e discutere delle sue implicazioni in diversi contesti In tutto il mondo si stima che circa 8 milioni di persone siano colpite dalla malattia di Chagas, che è presente primariamente nelle aree endemiche di 22 paesi dell’America Latina (Argentina, Belize, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Salvador, Guyana Francese, Guatemala, Guyana, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay, Venezuela e in Texas). Recentemente, per movimenti migratori della popolazione latinoamericana verso altri continenti, il Chagas è comparso anche in aree non endemiche, come il Canada, molti Paesi Europei e in alcuni paesi del Pacifico Occidentale.

Findechagas, la Federazione internazionale delle Associazioni delle Persone colpite dalla malattia di Chagas, composta da oltre 25 organizzazioni della società civile di Nord e Sud America, Europa e Pacifico occidentale, con l’appoggio di varie istituzioni e dei governi dei paesi membri della Organizzazione Mondiale della Sanità, si è fatta promotrice della istituzione di una Giornata mondiale della malattia di Chagas, una ricorrenza necessaria per richiamare l’attenzione su un problema dimenticato e sui milioni di persone che non hanno accesso alla diagnosi e alle cure. La Giornata mondiale della malattia di Chagas è stata dichiarata in occasione del 72° Incontro dell’Assemblea OMS del 20 maggio 2019 e viene celebrata il 14 aprile, giorno in cui il medico e ricercatore brasiliano Carlos Chagas, nel 1909, diagnosticò il primo caso umano della malattia su una bambina di due anni di nome Berenice.

Ogni anno Findechagas propone un tema per celebrare la Giornata mondiale del Chagas. Se nella passata edizione il tema è stato rendere visibile la malattia del Chagas nel mondo per quella del 2021 si è deciso di entrare direttamente nei problemi ancora irrisolti, mettendo al centro l’accesso alla diagnosi e al relativo trattamento. Purtroppo infatti si è ancora lontani da un approccio che garantisca a tutti il diritto alla diagnosi, al trattamento, ai controlli, ai farmaci di supporto e ai presidi necessari per evitare le morti (pacemaker). 

L’OMS, nel novembre del 2020, ha pubblicato i nuovi obiettivi per il controllo o l’eliminazione delle malattie ignorate o dimenticate, compresa la malattia di Chagas. Tali obiettivi prevedono che nel 2030 non ci siano più abitazioni infestate dalla cimice che trasmette la malattia di Chagas, che i centri trasfusionali siano sottoposti a severi controlli per evitarne la trasmissione, che i trapianti d’organo siano sicuri; inoltre nessun bambino dovrà contrarre il Chagas in forma congenita e la percentuale delle persone trattate dovrà essere almeno del 75% rispetto al totale degli infetti. Sono obiettivi ambiziosi che impegnano non solo i paesi endemici dell’America latina, ma anche tutti i paesi non endemici verso i quali c’è stata una forte migrazione latinoamericana negli ultimi decenni e dove la malattia di Chagas continua ad essere poco conosciuta, poco diagnosticata e non presa in carico dal sistema sanitario nazionale, come succede anche in Italia.

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