Vito Volterra (1860-1940) è stato un matematico inventivo e originale, sin dagli anni degli studi presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ottenne la cattedra a soli ventitré anni. Ma è stato anche un politico e patriota, senatore del Regno appena quarantenne. Presidente dell’Accademia dei Lincei e primo presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si fece promotore di un’idea del tutto inedita, secondo la quale la matematica e le “scienze di base” sono cruciali per il progresso sociale, economico e industriale di un Paese. Ed è stato “uno dei dodici”: gli unici docenti universitari italiani, su oltre milleduecento, che nel 1931 rifiutarono di prestare giuramento di fedeltà al fascismo, a costo di essere privati della cattedra.