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venerdì, 29 Marzo, 2024

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Lotta alla povertà educativa e autonomia nel libro del ministro Bianchi

Autonomia, lotta alla poverta’ educativa e alla dispersione scolastica, le persone al centro dello sviluppo. Potrebbero esssere queste le parole chiave nella testa del ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi.

Per capire dunque come potrebbe muoversi il nuovo ministro di viale Trastevere bisogna avere in mano il manifesto sulla scuola di Bianchi: il libro ‘Nello specchio della scuola’, edito da ‘Il Mulino’ e pubblicato nei mesi scorsi dopo l’esperienza di coordinatore della task force al ministero.

In queste pagine e’ condensato il pensiero del nuovo ministro che potrebbe ben presto diventare il programma dell’azione di Bianchi che dovra’ poi confrontarsi con tutti gli attori coinvolti. Il professore ha a cuore, innanzitutto, il tema della dispersione scolastica: “Il tasso attuale di dispersione scolastica, sia esplicita (coloro che abbandonano in via definitiva la scuola senza raggiungere un titolo di studio) sia implicita (coloro che pur concludendo il ciclo di studi non dispongono delle competenze minime richieste), insieme al numero di quanti non studiano e non lavorano e di quanti se ne vanno altrove per trovare uno sbocco soddisfacente al loro percorso di studi, sono oggi un limite alla crescita economica e minano anche le fondamenta della nostra democrazia, introducendo nel paese il virus dell’iniquita’ sociale”, scrive Bianchi nel suo libro.

Da qui le proposte: un grande piano nazionale contro la dispersione scolastica, per recuperare quanti hanno abbandonato o sono a rischio di abbandono; un rilancio dell’istruzione e della formazione professionali per diffondere nel Paese una base di competenze al passo con i tempi e ridurre lo spreco di talenti; un progetto di alfabetizzazione digitale, che costituisca il punto di partenza di percorsi di formazione permanente che coinvolgano tutta la popolazione.

Il nuovo ministro nel libro, tra le priorita’, mette anche l’autonomia: “Unita’ e autonomia non sono in contraddizione fra loro, ma devono essere considerate parti complementari di uno stesso progetto che, guardando al di la’ dell’emergenza, veda nella scuola e nella qualita’ delle sue risorse umane il principale fattore di sviluppo dell’intero Paese”.

Anche su questa partita il professore ha le idee chiare su cosa serve fare: rivisitare e rilanciare le norme sull’autonomia; mettere a disposizione risorse finanziarie e umane adeguate, con un piano nazionale di architettura scolastica coerente con i nuovi bisogni educativi; definire i rapporti fra amministrazione centrale, Regioni, Comuni e Province per garantire all’autonomia strutture adeguate.

Infine vi sono alcune questione che potrebbero essere messe in atto: portare il ciclo secondario da cinque a quattro anni innalzando l’obbligo scolastico – da raggiungere anche con percorsi professionalizzanti che portino a una qualifica dagli attuali 16 anni (senza riconoscimento di fine ciclo) ai 17; formulare un piano, adeguatamente finanziato e dotato di personale strutturato, per permettere agli Its di raggiungere l’obiettivo di 150.000 iscritti in quattro anni; contare su una scuola dai 3 ai 6 anni come condizione necessaria per la crescita dei bambini.

Il nuovo ministro non dimentica nel libro alcuni temi importanti: il rilancio degli organi di governo delle autonomie scolastiche; la ridefinizione di contenuti, curricula e durata degli studi; la preparazione degli insegnanti, dei dirigenti e di tutto il personale e la partecipazione delle famiglie con il rilancio degli organi collegiali.

“Dobbiamo evitare- scrive Bianchi nel libro- la triste sorte di un Paese che deve sempre ricorrere all’ultima emergenza per realizzare interventi da tempo unanimemente ritenuti necessari e lavorare per ricostruire un’effettiva comunita’ nazionale, ricucendo le fratture che si sono create negli anni della bassa crescita e che oggi si presentano come vincoli per una ripresa sostenibile nel tempo”.

Fonte: DIRE – Notiziario settimanale Scuola

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