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giovedì, 28 Marzo, 2024

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Migranti, UNICEF e Save the Children: conclusi i primi 4 mesi di programma congiunto in frontiera.

Nei primi tre mesi e mezzo del 2021, per l’esattezza fino al 16 aprile, sono giunti sulle nostre coste più di 8.520 migranti e rifugiati, di cui 1196, il 14%, minori stranieri non accompagnati. Lampedusa e Ventimiglia rappresentano le due frontiere opposte di un sistema di accoglienza e protezione per minorenni – non accompagnati o con i loro familiari – in cui si registrano ancora evidenti sfide.

UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, e Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, da dicembre 2020 uniscono le proprie forze per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo e in transito. Tra gli interventi: primo soccorso psicologico, informazioni sui loro diritti, nonché sui servizi e sulle opportunità disponibili, una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere, e con la distribuzione di kit contenenti materiali utili per il viaggio e l’igiene personale.  

I risultati dei primi 4 mesi di programma:

Tra dicembre e marzo a Ventimiglia sono stati assistiti 72 nuclei familiari con 116 bambini a carico e raggiunti oltre 169 minori non accompagnati, tra cui 6 ragazze, a Lampedusa 59 famiglie con 130 bambini, di cui 52 bambine181 donne e 404 minori stranieri non accompagnati, di cui almeno 33 ragazze. Le giovani sono esposte a rischi specifici, in quanto non sempre identificate come minori da parte delle autorità predisposte e per la difficoltà nell’accesso a informazioni e servizi dedicati. Questo a causa delle particolari modalità con cui le minori viaggiano, spesso aggregandosi a famiglie o accompagnatori adulti e in virtù del fatto che molte non dichiarano la loro minore età, anche perché obbligate, o vittime di tratta.

Riconfermato l’intervento fino a dicembre 2021

Dopo i primi 4 mesi di attività, UNICEF e Save the Children hanno rinnovato la collaborazione congiunta fino a dicembre 2021 a supporto dei minori migranti in arrivo attraverso la rotta del Mediterraneo centrale e quella balcanica con team a Lampedusa e Ventimiglia. Tra gli interventi portati avanti nell’ambito del programma congiunto uno spazio per ragazze, lo Youth Corner, realizzato nel Child Friendly Space, un luogo sicuro che offre ascolto e protezione a minori soli e famiglie. Tra le opportunità offerte anche il servizio di Helpline Minori Migranti di Save the Children e di informativa tramite la piattaforma on-line U-Report on the Move di UNICEF.

 “Ogni minore dovrebbe avere diritto alla protezione e a vivere le sfide tipiche della sua età. Ragazze e ragazzi rifugiati e migranti vivono invece soli una triplice transizione: dal Paese d’origine al Paese d’arrivo, il superamento del trauma, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Questa situazione aumenta inoltre l’esposizione al rischio di violenza e sfruttamento, in particolare per le ragazze. Abbiamo il dovere di supportare i minori rifugiati e migranti e di offrire soluzioni sicure, soprattutto in questo periodo di pandemia” ha dichiarato Anna Riatti, Coordinatrice della risposta in Italia per l’Ufficio Regionale UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale.

“Il nostro Paese e l’Europa tutta devono garantire ai bambini, alle bambine e agli adolescenti una rete di accoglienza e di protezione adeguata e rispettosa dei loro diritti fondamentali. Un’attenzione particolare va rivolta ai minorenni, ragazzi e ragazze, che giungono in Italia da soli, senza familiari adulti di riferimento, i quali necessitano di essere accompagnati nel loro percorso di crescita, così come previsto dalla legge 47/2017, una legge che occorre attuare pienamente. In questo difficile tempo di emergenza sanitaria è ancor più indispensabile rafforzare la rete di collaborazione tra istituzioni e organizzazioni della società civile per raggiungere questo obiettivo”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-UE di Save the Children.

Lampedusa continua ad essere uno dei principali punti di arrivo e resta uno dei luoghi di prima accoglienza. E’ al centro delle operazioni di soccorso e salvataggio nel Mediterraneo Centrale. Ciclicamente l’hotspot ospita molte più persone di quanto la struttura sia capace di accogliere e le procedure di prevenzione del contagio da Covid-19 hanno reso ancora più complessa la capacità di poter identificare i soggetti più vulnerabili e bisognosi di attenzione specifica. Di fatto, non sempre sono garantiti spazi dedicati a minori soli, famiglie con bambini e donne.

Ventimiglia la situazione appare ancora drammatica. Secondo dati raccolti dal team di Save the Children attivo sul posto, circa 200 minorenni soli hanno oltrepassato la frontiera nel 2020. Sono bambini e adolescenti senza figure di riferimento, che affrontano pericolosi viaggi in mare per raggiungere un porto sicuro o che attraversano la rotta balcanica, tentando di raggiungere i Paesi del Nord Europa, spesso per ricongiungersi con i propri familiari, senza la possibilità di un pasto caldo o di un tetto sopra la testa, senza assistenza sanitaria, esposti al rischio di sfruttamento e violenza. Dopo la chiusura del Campo Roja a luglio 2020 a Ventimiglia, si sono ulteriormente ridotti fino a quasi scomparire i servizi di assistenza e accoglienza per bambini, adolescenti e famiglie. Tanti minori dichiarano inoltre di essere respinti alla frontiera con la Francia e rinviati in Italia, vedendo così rifiutato il diritto alla protezione per minore età.

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