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martedì, 16 Aprile, 2024

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Rebecca Zoe De Luca: con la scuola in presenza torna il terrore del foglio bianco

Il momento tanto temuto e, allo stesso tempo, agognato è giunto: siamo tornati a scuola in presenza. Le differenze tra la didattica a distanza e quella in presenza sono sicuramente tantissime, ma quella che spicca più di tutte è il fatto che in didattica a distanza non si facciano verifiche scritte. Noi studenti ci dividiamo principalmente in due fazioni: quelli che preferiscono l’orale e quelli che prediligono lo scritto. Dipende sempre dalla materia, ma io, personalmente, appartengo alla prima categoria, infatti lo stare alla lavagna e dire tutto ciò che mi passa per la testa – ovvero tutto ciò che mi ricordo- non mi è mai pesato, mentre l’idea di trovarmi davanti ad un foglio bianco, soprattutto per le materie scientifiche, mi intimorisce. Tuttavia tornare in presenza significa ritrovare l’amatissimo foglio bianco. Ciò che questi lunghissimi mesi di didattica a distanza mi avevano quasi fatto dimenticare sono i momenti subito prima o dopo una verifica. Potrebbero sembrare due momenti della giornata scolastica assolutamente banali, dopo tutto non c’è nulla di strano. Eppure quegli attimi hanno un che di pittoresco. Al cambio d’ora la classe è sempre in subbuglio: c’è chi passa da un banco all’altro sperando di trovare qualcuno che non abbia studiato come lui/lei così da sentirsi meno in colpa, c’è chi ormai, preso da uno spirito quasi manzoniano, si affida alla provvidenza o venera una collanina- che, tra l’altro, è anche abbastanza brutta – sperando che porti fortuna e, ancora, chi non si fa rubare l’appetito dall’ansia. Di certo, è immancabile un’asprissima contesa per accaparrarsi il famoso banco in ultima fila, un po’ come la corsa per prendere un posto in riva al lago alla sagra di paese bellagina. Ciò che, però, rende questi momenti peculiari è la momentanea assenza di gruppetti, è inevitabile che in una classe si formino amicizie più strette ed altre meno, tuttavia nell’esatto momento prima della verifica ci si trova a parlare anche con quella persona a cui si è rivolta la parola sì e no due volte, solo per condividere l’agitazione con qualcuno e sentirsi ripetere, per la centesima volta, le ultime nozioni. Per quanto la sindrome da foglio bianco sia terrificante, poter condividere questi attimi di terrore con chiunque capiti a tiro li rende più sopportabili. Si sa, mal comune mezzo gaudio.

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